The dreamers

Questo fatto spiegherebbe anche il perché il film venga presentato come la storia di tre ventenni a Parigi nel maggio del sessantotto. E evidente che nessun critico è riuscito a vederlo fino alla fine, perché il periodo storico conta nel film quanto Jo Champa conta nella questione israelo-palestinese. Tutto quello che il regista ci mostra del sessantotto e dei suoi fermenti rivoluzionari è una scena in cui la protagonista, Isabel, si incatena per protestare contro il licenziamento di Henri Langlois. CÂè però un problema non trascurabile: lÂattrice, che nelle intenzioni dovrebbe avere un leggero accento francese, è doppiata da una tizia che al primo ascolto sembra Monica Bellucci che invoca aiuto con uno strofinaccio in bocca, ed al secondo la figlia di Valeria Marini e Forrest Gump, tanto che uno comincia a pensare che il cancello a cui è incatenata non sia quello della Cinemateque, ma quello di un cinema multisala di Cecchi Gori. Per il resto, a raccontarci il sessantotto cÂè una scena finale con lancio di molotov e carica della polizia nelle strade parigine, ma a quel punto, potrebbe trattarsi tranquillamente di un dopo concerto di Marilyn Manson che nessuno lo troverebbe illogico. Diciamoci la verità : Bertolucci dice di aver voluto raccontare il sessantotto ma sembra ben più interessato al sessantanove. E non parlo di un momento storico. A meno che le spinte pelviche che costituiscono una buona metà della pellicola non siano una raffinata metafora delle spinte progressiste di quel periodo. Il regista ha inoltre affermato che rispetto ad ÂUltimo tango a ParigiÂin questo film cÂè una leggerezza che lui allÂepoca non aveva . In questo caso sono costretta a dare ragione a Bertolucci. Vi posso garantire che lÂelegante e ricercata lievità di scene quali quella in cui la protagonista perde la verginità sul pavimento della cucina mentre il fratello si prepara due uova in camicia non si vedevano almeno dai tempi di ÂLa dottoressa ci sta col colonnello con Nadia Cassini e Lino Banfi. Va comunque sottolineata lÂassoluta bellezza ed originalità dei dialoghi.Memorabile il sofisticato scambio di battute: ÂSei bellissima ÂE tu sei ubriaco ÂSì ma tu domani sarai sempre bellaÂ, unico, vero , credibile riferimento al millenovecentosessantotto. La mitica barzelletta: ÂAmmazza quanto sei brutta! ÂAmmazza quanto sei ubriaco! ÂSì ma a me domani mi passa! trentacinque anni ce lÂavrà tutti, non cÂè che dire.