
Dopo la seconda puntata della reality – sitcom ÂCasa Pappalardo già infuriano le polemiche.A sdegnarsi per il linguaggio estremamente colorito di Adriano Pappalardo e famiglia sono stati numerosi organi di vigilanza tra cui
il Moige , il Cirtem (Comitato di indagine sul rapporto tv e minori), la Commissione di vigilanza sulla Rai, lÂOsservatorio dei diritti sui minori e lÂAssociazione nazionale sociologi. Forti richiami allÂutilizzo di un linguaggio più raffinato sono giunti anche da
Cisl, Coop, Anas e Istat, dallÂassociazione dei politrasfusi, dallÂAssociazione Amici del Judo, dai figli di Maria Teresa Ruta Guenda e Gianamedeo e dal fan club di Dori Ghezzi.Ha particolarmente stupito la dura presa di posizione del Moige, considerato unanimemente un movimento evoluto e moderno , quella che si dice davvero unÂassociazione al passo coi tempi. Non per niente, in tanti anni di attività ha sentito la necessità di intraprendere solo scarsissime ma necessarie battaglie in difesa dei minori, convinta comÂè che il bambino sia in grado di discernere da sé il bene dal male e che sia impossibile dargli lÂillusione di una società perfetta.Proprio ieri, nel corso di un convegno sui danni psicologici arrecati dallo zucchero filato cotto su fiamma media nei minori di sedici anni, lÂemancipato presidente del Moige
Maria Rita Munizzi, raggiante nel suo burka turchese, ha ricordato che la battaglia contro lÂintollerabile volgarità di ÂCasa Pappalardo va ad aggiungersi ad un altro paio di sacrosante denunce del Moige.Quella famosa contro la torbida ambiguità della
sirenetta Ariel, poiché dopo la visione del cartone animato un tredicenne della zona del nuorese aveva accennato ad alcune fantasie erotiche con una triglia, e quella ancor più sacrosanta contro la montatura degli occhiali di
Harry Potter perché insinua nei bambini sotto i dieci anni dÂetà la pericolosa convinzione che anche Peppino di Capri sia dotato di poteri magici.Numerosi i vip dÂaccordo col Moige. ÂQuando in tv comincia ÂCasa Pappalardo spengo la televisione e metto subito a letto il mio piccolino. ha dichiarato Nancy Brilli riferendosi al suo bambino di cinque anni. ÂAnche io faccio lo stessoÂ, ha dichiarato Irene Pivetti riferendosi a suo marito Alberto Brambilla.
Adriano Pappalardo, apprese le critiche mosse nei suoi confronti, ha negato con fermezza di ricorrere al turpiloquio, rilasciando risentito la seguente dichiarazione: Â Non diciamo stronz Â
Bip bip bip bip bip Â
. Questi grandissimi figli di Â
. bip bip bip bip bip bip bipÂ
. Ma andassero tutti a fÂ
bip bip bipÂ
Â. Il vice presidente dellÂassociazione nazionale sociologi
Pietro Zocconali, dal canto suo, ha così replicato alle affermazioni del cantante: ÂCasa Pappalardo non rappresenta il prototipo della famiglia italiana e dunque la sua trasposizione, mascherata da peculiare convivenza tra genitori e figli, offende chi nella propria casa perora la buona educazione. Certe turpitudini non generano soltanto turbative al regolare sviluppo psicosociale dei soggetti in età evolutiva ma vilipendono anche la maggioranza di un panorama adulto. Il moderatore del dibattito, di fronte ad un linguaggio tanto molesto e sgradevole, ha giustamente invitato Zocconali ad adottare un italiano più appropriato alla fascia protetta.