
Una, pur di prendere in affitto un mini-appartamento in una zona definita ÂresidenzialeÂ, si reca al Monte dei pegni e molla lì i regali della prima comunione (pendente con segno zodiacale compreso), un rene e i propri genitori promettendo di andarli a riprendere al più presto, e dopo appena un mese accade un misfatto di questo genere. Biglietto trovato stamattina sulla maniglia della porta:
ÂSe riprovi a urlare o a parlare a voce alta coatto der cazzo ti spacco la capoccia. Firmato: interno 15. ÂDa notare la dicitura ÂcoattoÂ, al maschile.Dopo la perplessità iniziale, ho formulato una serie di ipotesi:a) Fedro del Grande fratello ha una copia delle mie chiavi di casa b) La mia casa è infestata dallo spirito di Aldo Fabrizic) Colpa degli ormoni nelle bistecche Fatto sta che il resto della giornata è trascorso più o meno così: ripongo il biglietto minatorio in tasca senza piegarlo onde evitare il frastuono assordante della carta, comunico a mia madre che da ora in poi non sarà più possibile telefonarmi e rimaniamo dÂaccordo che due anelli di fumo sul mio terrazzo intorno alle dieci del mattino significano che va tutto bene, mi faccio un caffè e giro lo zucchero nella tazzina con un Tampax onde evitare quel rumore molesto che produce il cucchiaino, insonorizzo lÂampolla con i pesci rossi che con Âsti fiocchi transgenici capace che un giorno di questi i due mi inizino a conversare nella notte ed infine mi metto a letto e prima di iniziare a contare le pecore chiedo la cortesia di belare piano e scongiuro il pastore di togliersi gli scarponi . Dopo una notte praticamente insonne , mi sveglio intorno alle cinque preoccupata per il gran casino che fanno i raggi solari quando filtrano attraverso la serranda e alla fine, stremata , busso alla porta dellÂinterno quindici avvolgendo la mano in uno strofinaccio da cucina per non disturbare troppo.Mi aprono due tizi con unÂaria talmente rassicurante che per un attimo mi domando se dopo i bravi mi apparirà pure Don Rodrigo.Farfuglio una specie di richiesta di spiegazioni ma con lÂaria di quella che comunque se hanno bisogno gli stiro anche un paio di camicie e do una passata di straccio in salotto.Mi guardano un po e dopo un breve silenzio carico di minacce, quello con lÂaria più mite dei due (cioè quello che ricorda vagamente
Jason di Venerdì 13) mi fa:ÂMi sa che me so sbajato. Te cÂhai la voce da donna. Se vede che è quello dellÂinterno quattordici.Â.Seguono scuse e convenevoli, ma in effetti , chiuso un caso, se ne apre un altro: quello, inquietante, dellÂinquilino dellÂinterno quattordici.CÂè un inquilino dellÂinterno quattrordici in ogni stabile, palazzina e condominio che si rispetti.Si tratta di un tizio misteriosissimo, generalmente barbuto e dallÂetà indefinibile . Lo si incrocia sempre sulle scale rigorosamente in compagnia di un cane lupo e non saluta mai nessuno. DallÂappartamento del tizio giungono i rumori più misteriosi ma lÂaspetto veramente inquietante è che nessun vicino è dÂaccordo con lÂaltro sulla natura dei suoni che provengono da quellÂinterno.I due bravi sostengono appunto di udire in tarda notte un coatto che grida, la signora del piano di sopra giura di sentire tutte le mattine alle cinque lÂinconfondibile suono dellÂalce norvegese in amore, il portiere afferma di aver udito la Marini e Cecchi Gori che litigavano riportando anche frasi quali ÂHo visto come hai guardato Martufello, non negare! ed infine, il pensionato dellÂinterno dodici è certissimo di aver sentito provenire da lì il discorso del duce in occasione della proclamazione dellÂImpero ma giura anche che ad un certo punto è intervenuta la Ventura ad interromperlo. Particolare, questÂultimo, che ha convinto tutta la palazzina dellÂattendibilità della fonte.Io da quellÂappartamento sento solo una tizia che litiga ferocemente con qualcuno ma il fatto strano è che quel qualcuno non replica mai, non emette un suono, non risponde, non si difende, niente di niente. Ed il fatto ancora più strano è che non si è mai vista una donna uscire da quellÂappartamento.Dopo un mese di congetture , ho il piacere di annunciare che sono arrivata ad una rassicurante soluzione :il mio vicino di pianerottolo è
Psycho.