A quando il gambaletto con paillettes?

Mica per altro. LÂavete vista voi la sua collezione? Valeria lÂha chiamata ÂSeduzioni e la descrive come una collezione di intimo impreziosita da piccoli gioielli. A suo dire, la indossa anche lei per sedurre. A parte il fatto che per impreziosire il sedere della Marini non basta il tesoro di un galeone spagnolo, a parte il fatto che io allÂidea di girare con una pietra Swarovsky nelle mutande con la possibilità che si stacchi incidentalmente e magari mi si smarrisca in chissà quale anfratto non mi sentirei tranquilla, ecco, il punto fondamentale è che se quellÂintimo lì merita di chiamarsi ÂSeduzioniÂ, Monica Setta merita il Pulitzer. Vi prego di osservare alcuni capi: (i modelli qui sotto appartengono veramente alla collezione della Marini, li ho trovati qui) Sul primo modello, ovvero le mutande color Zigulì gusto violetta selvatica, avrei solo unÂosservazione da fare: signora Marini, carina lÂidea della mutanda gioiello pensata per quei giorni lì, ma lÂassorbente è incluso o è removibile? Riguardo invece il secondo modello, ovvero il reggiseno con dell’inspiegabile spazio da riempire sul davanti, mi chiedo se sia pensato per chi ha i capezzoli di una mucca pezzata valdostana. SullÂultimo modello, lo slip bianco, nulla da eccepire: è un vero capolavoro di ingegneria. Non scherzo, osservate attentamente il retro. Bene, converrete con me che si tratta del primo paio di mutande a memoria d’uomo che riesce nellÂimpossibile intento di far difetto perfino a un manichino con le misure di Charlize Theron. Io ho comunque fatto un tentativo. Dopo cena mi sono presentata a mio marito con lÂintimo della Marini. Dopo avermi scrutata per bene, ha dichiarato serafico: ÂCarino. Se ti procuri anche la mantella in raso, il mese prossimo puoi provare a sfidare Hulk Hogan.Â