Qui Porto Cesareo. Questo messaggio solo per farvi sapere che sto bene, nonostante lÂumore, causa situazione meteorologica, non sia dei migliori. Diciamo che ad oggi, il cielo si è aperto miracolosamente solo alla scoperta, di primo mattino, che qualcuno nella notte aveva spaccato il naso alla statua della
Arcuri situata nel centro della cittadina. Chiariamo subito. Io per quel che riguarda la notte della malefatta ho un alibi di ferro: mi trovavo nella vicina
Mesagne ad assistere al concerto dei
Camaleonti, del cui fan club sono presidente da ormai circa un decennio, in occasione della Âsagra della carne de lu cavaddruÂ, per cui questÂaria di sospetto che mi circonda in paese e tra i familiari mi irrita non poco. Per la cronaca: pare sia la prima volta nella storia che gli abitanti di un comune facciano pressione sul sindaco perché assegni unÂonorificenza ad un cittadino che si è distinto per un eroico atto di vandalismo. Ad ogni modo, potete stare tranquilli: la statua è stata prontamente restaurata e vi garantisco che lÂespressione è assai più vispa di quella dellÂoriginale, tantÂè che un turista di Cerignola giura di averle stretto la mano e di averle sentito dire: ÂGrazie per i complimenti. Sono più bella della Venere di Milo Infante, lo so! E comunque, messaggio per le signore: da oggi potremo tranquillamente sostenere che la Arcuri è tutta rifatta senza temere smentite. Ho preso il numero del muratore che le ha intonacato il setto nasale e vi garantisco che si è detto disposto a confermare in qualsiasi momento. Per il resto, che dire. Nella casetta bianca affittata per le vacanze è tutto un via vai di
parenti della dinastia dei Pappalardo curiosi di conoscere il nuovo arrivato, per cui ho da riferirvi una serie di frasi storiche pronunciate da zie e nonne : – ÂPerché oggi non ve ne andate a Lecce a vedere un po di cose artistiche, un po di Rocco Barocco? – ÂGiuseppina vi saluta ma stasera non è potuta venire perché cÂera lÂaddio al prelibato della cugina!Â. – (con riferimento al ristorante ÂLa durlindanaÂ)  Quanto sÂè mangiato bene quella sera alla Din Don Dana! A questo cÂè da aggiungere che la casa è situata su strada e in curva, per cui una volta diffusasi la voce che qui sta trascorrendo le vacanze anche mio suocero, tutte le sere si cena allÂaperto con lÂimmancabile sottofondo di automobile che passa, finestrino abbassato e il solito urlo atroce, ovvero:
ÂRicominciamoooooooo!Â. Ad aggravare il tutto ci sono i vicini di casa ed in particolare la prole così composta: un fratellino di sei anni e una sorellina di sette che trascorrono lÂintero pomeriggio nel giardino comunicante col nostro ad urlare:
ÂItalia Uno!Â. Una sorellona di diciassette anni circa sulla quale grava il pesante sospetto di aver scritto sul parabrezza impolverato della mia Lupo gialla la seguente profonda riflessione:
ÂLaerte 6 bonoÂ. La tizia, ieri pomeriggio, di ritorno dallo stabilimento balneare ÂLe DuneÂ, sÂè presentata a casa tutta tronfia e ha cominciato a gridare: ÂSono Miss Dune! Sono Miss Dune! Ho vinto una cena con Mister Dune! e da quel momento, lei che già era simpatica quanto una zanzara tigre, ha cominciato ad aggirarsi nellÂorto per annaffiare i fagiolini vestita come per la notte dei Telegatti. Per finire, come alcuni di voi avranno letto o sentito al tg, a Porto Cesareo sabato sera è accaduto un drammatico fatto di cronaca: una bambina di nove anni è morta cadendo da una giostra. Quello che vi siete sicuramente persi è il commento del sindaco di Porto Cesareo
Luigi Canizza sul Quotidiano di Puglia: (testuale)
ÂOgni commento avrebbe il gusto amaro e scontato della retorica. La morte della piccola Anna ha sfiancato anche gli arbusti più forti, portando un refolo gelido in queste afose giornate di fine agostoÂ. Niente retorica, appunto. p.s. Su
ÂNovella 2000 di questa settimana (quella con la Stefanenko in copertina, per intenderci), cÂè un servizio che mi riguarda. Ogni mio commento avrebbe il gusto amaro e scontato della retorica per cui vi invito a comprarlo per rimirare le gote rosee di mio figlio accarezzate dalla chioma corvina e fluente di colei che gli ha donato la vita.)