Navigate / search

The fan

Oggi devo raccontarvi come è nata l’idea di questo post. Domenica ho trascorso mezza giornata al lago di Bracciano con marito e figlio al seguito. Tornata a casa, ho scaricato sul computer le foto fatte con la digitale e ne ho salvata una sul desktop. QUESTA. In un primo momento mi sembrava una foto normalissima. Cioè, normalissima fino a un certo punto visto che si tratta di una foto di mio figlio e Leon è talmente bello che la figlia di Brangelina in confronto è la ragazzina che esce dal pozzo in “The ring”. Dicevo. C’è un particolare in quella foto che ha ispirato il pezzo che sto per scrivere e cioè la presenza di un tizio sullo sfondo (esattamente sulla testa di mio figlio, di fianco ad una donna di spalle) che mentre scatto la foto a Leon, scatta una foto a me. Direte: “Vabbè, hai passato tre mesi a mungere capre con Francesco Arca, di che ti stupisci?”. Di nulla, infatti. E però fa un certo effetto pensare che fino a poco tempo fa quel tizio lì sullo sfondo avrebbe fotografato i cigni o il riflesso della luce sull’acqua e ora immortala me in tuta da ginnastica. Mi impressiona sempre un po’ pensare che gli effetti della polarità si insinuino in mezzo a pieghe banali come una foto di una domenica pomeriggio al lago. Sia chiaro. Non sono Britney Spears e la mia popolarità è gestibilissima. Ci tengo anche a specificare che la vivo bene come la vivono bene, credo, tutte quelle persone che la elaborano con un po’ di buon senso, ovvero quelle persone a cui la polarità regala uno straccio di autostima e non un ego spropositato. Ve la faccio breve. Scaricata la foto e notato il particolare, apro la mia posta elettronica per inviare la foto a un mio amico (sì, sono una madre scema e tronfia come tutte le madri sceme e tronfie di questo mondo) e guardo la posta ricevuta. Tra e-mail di senegalesi che mi cercano perché c’è una grossa eredità in Senegal che aspetta solo me e newsletter di viagra.com, ne ho trovato una di lodi tanto sperticate quanto inquietanti. L’autore della mail mi suggeriva di andare visitare questi link: UNO e DUE. Insomma, in base all’esperienza maturata in questi ultimi mesi grazie all’attenta osservazione delle masse, azzardo una classificazione vasta e dettagliata della specie “Fan”. Sappiate che il mio approccio alla materia è stato serissimo e meticoloso e per questo mi sono avvalsa del metodo empirico: in pratica io i fan li ho catturati con un retino, studiati a lungo e infine, lasciati essiccare come cardi mariani all’interno del volume che mi ha fatto da guida in questo lungo e travagliato percorso di ricerca scientifica: “Per avere Gregory”di Patrizia Pellegrino. Seppiatelo. Al bar, al supermercato, in spiaggia, voi pensate di guardare me come un Gronchi rosa sotto la lente d’ingrandimento, ma la verità è che mentre venite posseduti dallo spirito del Vip Watcher, sono io quella che studia e cataloga voi. Specie e sottospecie di fan presenti sul pianeta terra (in due puntate):La specie “John Cena” Tu sei lì che bevi un Campari al tavolino del bar conversando col tuo interlocutore sul perché Michele Santoro dedichi puntate intere alla disoccupazione giovanile nei bassifondi napoletani e poi LUI abbia deciso di offrire un posto di lavoro a quella scugnizza indigente di Beatrice Borromeo, dicevo, tu sei lì che chiacchieri beatamente quando un energumeno con fare disinvolto ti afferra per il braccio urlando il tuo nome a squarciagola e si lascia andare a confidenze tipo bottigliate, pugni sulle spalle e pacche sulla schiena che nei casi più fortunati provocano l’espettorazione del polmone sinistro. – La specie “Incredula” Appartengono a questa specie quei buffi individui che accorgendosi della presenza di un vip in un qualsiasi luogo che non sia il Billionaire o la casa di Malagò a Sabaudia, si avvicinano al malcapitato e con l’aria incredula dicono: “Noooo. Non è possibile. Che ci fa una come lei dentro un supermercato?” Io solitamente rispondo: “Signora, non ci crederà mai ma io non ammazzo maiali nella vasca da bagno per procurarmi del prosciutto crudo!”. – La specie “lontano parente” Il fan lontano parente si avvicina alla vittima designata col sorrisetto di chi la sa lunga e il fare amichevole e confidenziale di chi nella vita ha condiviso con te la morte dei genitori e le fatiche del parto. Di fronte all’evidente perplessità del vip il fan solitamente chiede stupito: “Ma come, non ti ricordi? Sono Pina!”. Il vip, rammaricato, farfuglia la frase jolly: “Sai, col lavoro che faccio ho a che fare tutti i giorni con persone diverse che poi non rivedo più!”, frase notoriamente pronunciata da sole due categorie: il vip in difficoltà e l’addetto alla vestizione della salma in obitorio. A quel punto il lontano parente spiega con aria leggermente risentita: “Ma sì che ti ricordi! Pina, la nuora del cugino del gommista del fratello del compare della cognata della tua compagnetta di banco in terza elementare che il nonno a proposito, se n’è andato l’anno scorso per un brutto male che in un mese se l’è portato via pace all’anima sua, fortuna che lui non s’è accorto di niente.” – “Non s’è accorto di morire?”. – “No, non s’è accorto del testamento che j’avemo fatto firmà in fin di vita.” – La specie confusa Il fan confuso si incontra principalmente in luoghi affollatissimi quali le poste centrali o la fila da Mc Donald’s. A questa specie basta individuare in lontananza una faccia vagamente conosciuta (senza che ricordi neppure vagamente la ragione della fama) perché punti il vip di turno come il puma l’antilope e si avvicini sorridente alla sua vittima designata. Il fan confuso è protagonista di gaffes epocali quali: dopo tre ore di lodi sperticate a Lilli Gruber la saluta chiedendo: “A quando il prossimo calendario?” , dopo novanta minuti di complimenti ininterrotti a Corrado Augias si congeda domandando: “Prima di salutarla, mi dica la verità: com’era Jonathan dentro la casa?” o ancora, dopo sette ore e quaranta di sviolinata saluta la vittima di turno con un clamoroso: “L’avevo vista in tv in un suo servizio dall’estero, ora non mi ricordo dove e le devo dire che l’avevo trovata un po’ sciupata. E’ molto più bella dal vivo.” E la vittima di turno è Giuliana Sgrena. Di fronte alla specie “fan confuso” conviene sempre annuire e sorridere. Il voler chiarire la propria identità può dare luogo ad ulteriori spiacevoli conseguenze. Giovanni Floris, scambiato da un fan confuso per un tronista di “Uomini e donne”, ha chiarito stizzito: “Guardi che io conduco!”. E il fan: “Oddio Maria scusami tanto . E’ che la tv non ti fa così femminile!”. – La specie “Mi occorrono le prove” Avete presente la pubblicità dell’Auricchio con quel cretinone al banco dei formaggi che chiede ad Ela Weber una foto per mostrarla alla moglie come prova della sua visita nel negozio? Ecco. Il fan di cui sto parlando io va ben oltre. Tu sei ancorà lì che gli stai lasciando una dedica sulla carta della bufala Pettinicchio e lo senti farfugliare al telefono: “Assunta! Non puoi neanche immaginare chi c’ho in negozio qui davanti a me che quando l’ho vista m’è preso un colpo! No, Assunta, che dici, non è la Finanza ! E’ Paola Saluzzi! Aspetta che te la passo!”. A quel punto la Saluzzi di turno si ritrova con la cornetta in mano e una signora sconosciuta all’altro capo del telefono che dopo averle chiesto se è davvero lei, pretende di intavolare discussioni sui temi più disparati, dalla mattanza dei tonni al caso Telecom. Pare che Massimo Giletti, una domenica pomeriggio sia entrato in una merceria di Ragusa per chiedere una lampo verde militare e si sia ritrovato in videoconferenza con la Famiglia Gambino a Little Italy che grazie al satellite non aveva perso una puntata del Premio Barocco a Gallipoli. – La specie “pure io una volta…” Si tratta di una specie piuttosto malinconica. “Il fan “pure io una volta…” infatti, si avvicina al personaggio di turno, mettiamo Aldo Busi, pronunciando la frase: “Complimenti per il suo ultimo libro. Sa, ora pulisco cozze e fasolari in pescheria, ma pure io una volta…” e si blocca fissando l’orizzonte con l’aria sveglia di Fanny Cadeo quando guarda in camera. Busi lo osserva perplesso. Poi il tipo aggiunge con l’occhio già umido. “Poi sa, la vita…” e si allontana per sempre, spesso nella direzione di una casetta col comignolo che fuma nell’ora del tramonto. Si narra che l’unico personaggio ad aver messo in seria difficoltà il fan “pure io una volta…” sia stato Bruno Vespa. Pare che ad un tizio che l’ha bloccato davanti a Viale Mazzini sospirando: “ Pure io una volta lavoravo in una tv locale, ora sono l’addetto all’inserimento delle bustine di zucchero a velo nei panettoni Bauli…. sa , la vita!”, Vespa abbia risposto: “Sa, pure io una volta scrivevo libri, ora li firmo e basta… sa, i ghostwriter!”. (Domani la seconda puntata con le altre specie e sottospecie di “Fan”).

Leave a comment

name*

email* (not published)

website