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The fan (seconda puntata)

Prosegue la classificazione della specie “Fan”. (chi avesse perso la prima puntata può trovarla qui: http://www.selvaggialucarelli.it/diario/2006/10/the_fan.html) – La specie “Chi?”. Appartengono a questa specie solo ed esclusivamente mariti intorno alla cinquantina rei di non guardare la televisione e di essere coniugati con signore che quando escono a fare la spesa registrano “Tempesta d’amore”, “Pronto Elisir”, “Donnavventura” e qualsiasi ciofeca sia in programmazione in quel momento. La scena è più o meno sempre questa: la moglie, mentre il marito è intento a tastare i meloni per scegliere il più maturo, adocchia il vip di turno che è in fila per pagare un chilo di mele, si eccita come un babbuino in amore e comincia a dare vistose gomitate al marito. Il marito la guarda senza capire se il suo sia un tic nervoso o un effetto della menopausa. La moglie comincia a innervosirsi e in preda all’eccitazione comincia a dire cose del tipo: “Ma come, è lei, non la riconosci? Leeiiii! Proprio leiiii! Hai capito chi? ”. Il marito cerca di fare mente locale. In un attimo gli scorrono davanti tutte le facce che ha visto nell’ultima trasmissione che ha guardato di recente, “Portobello”, ma quella signorina in fila non gli dice proprio niente. A quel punto la moglie si imbufalisce. Nel migliore dei casi la scena finisce con la moglie che percuote il marito affranto con un un’ ananas di tre chili gridando come un’indemoniata: “Pezzo di cretino, era la valletta del Pranzo è servito nell’ ‘84, ma tanto per te il mondo potrebbe finire domani e neanche te ne accorgeresti!” – La specie “bulldozer” . E’ la specie di fan più temuta dalla sottoscritta. Testardi e dotati di un tempismo eccezionale, questi individui ti si parano davanti nei momenti meno opportuni e anche se ti vedono presa da cose da poco, tipo salvare tuo figlio che è stato appena risucchiato dalle rapide di un fiume, loro, imperterriti, reclamano l’autografo. E se tu, alla richiesta di fare una foto insieme, con l’acqua ormai alla gola ti azzardi a bofonchiare, incazzata come una biscia: “No dico, le sembra il momento?”, loro rispondono serafici: “In effetti il momento migliore per la luce è il tramonto ma va bene anche adesso!” La specie “visto che è tanto gentile…” Gli appartenenti a questa specie sono particolarmente temibili perché hanno sempre un’aria mite e rassicurante. Trattasi quasi sempre di spilungoni inoffensivi con un accenno di gobba o di donnine minute somiglianti a Rose Mary Altea che emanano l’inconfondibile profumo dei biscotti fatti in casa. Questi soggetti esordiscono chiedendoti gentilmente autografo e foto di rito per poi passare a complimenti incredibilmente lusinghieri e per finire col formulare una domandina semplice semplice: “Scusi, visto che lei è tanto gentile, non è che le posso chiedere un favorino?” . Quello denominato “favorino” è generalmente una richiesta modesta del genere: “Ha mica una sigaretta in più?” che fa da apripista a richieste leggermente più pretenziose quali: “Grazie per la Marlboro rossa, già che c’è non è che si accollerebbe anche il mutuo trentennale di mio nipote?” o anche: “Grazie per il chewingam al lampone, visto che è tanto gentile non è che il lunedì e il venerdì verrebbe nella mia casetta sul Monviso a cambiare l’agocannula del catetere a mio marito? L’ultimo tratto di strada si percorre scalando a mani nude la parete ovest ma che panorama!” La specie “timido in gruppo” Specie pericolosissima i cui esemplari vivono e si riproducono esclusivamente in comitive formate da almeno trenta elementi sotto i sedici anni. L’esemplare a cui mi riferisco è un ragazzetto timido, impacciato, in piena fase adolescenziale che è stato crudelmente eletto “zimbello del gruppo”. La Arcuri di turno è lì al bar che prende una coppetta di gelato alla fragola per lei e sei coni al cioccolato per i fidanzati. Il capo comitiva, spalleggiato dagli altri gradassi del gruppo, comincia a urlare frasi del tipo: “Manuelaaaaa! Qui c’è uno che vuole un autografoooo altrimenti si butta nel Tevere con una copia di “Tre metri sopra il cielo” legata al collo!”. Manuela gentilmente si avvicina al gruppo, la comitiva si apre come il Mar Rosso davanti a Mosè e lo zimbello si ritrova faccia a faccia con Manuelona. Il poveretto è pietrificato. Balbetta. Gli comincia a colare il gel sulla fronte. Manuela gli fa l’autografo sullo zainetto Invicta e si avvicina per stampargli un casto bacetto sulla guancia. Lo zimbello assume tutte le tonalità del viola compresi lilla, magenta e violetto di Parma. Allo schioccare del bacio succede il finimondo. La comitiva esplode. Scattano, nell’ordine: a) rozzo turpiloquio b) schiaffoni sulla nuca dello zimbello. c) cori da stadio in cui Manuela viene accostata a tutto quello che fa rima con “ricotta”, “savana” e “salamoia”. La specie “Habemus vip!” E’ domenica mattina. Ti sei appena svegliata e senza neanche lavarti la faccia sei scesa sotto casa per fare il tour delle aiuole di zona col tuo cane. Un’allegra famigliola composta generalmente da madre con la stazza della Moby Prince , padre vestito con look domenicale, ovvero tuta e mocassino di pelle nera lucida e una nidiata di sette-otto figli ti si avvicina timidamente. Tu sei già lì che inorridisci al pensiero che un giorno qualcuno esporrà in salotto una foto in cui sorridi incurante della felpa Nike, il pantalone di ciniglia Yamamay e le pantofole a elefante con tanto di proboscide che indossi. E invece loro, educatissimi, ti fanno i complimenti e porgendoti un fagottino bianco da cui spunta una testina pelata, ti chiedono di toccare il figlio più piccolo manco fossi papa Ratzinger. Tu sei già entrato nel ruolo, guardi il fagottino con aria ispirata e farfugli qualcosa del tipo “Che nostro signore lo faccia campare quanto Mike Bongiorno!”. Poi col cane al guinzaglio saluti la famiglia dando la benedizione a tutti con la paletta igienica. La specie “telematica” Dicesi fan telematico colui che ti manda una a caso tra le seguenti mail: a) Cara Selvaggia, di solito non scrivo alle persone famose perché non mi piacciono quelli che ritengono che uno solo perché è andato in tv sia un eroe o ne sappia più dei comuni mortali. Spero però che non ti dispiaccia se ti chiedo un piccolo consiglio: il mio fidanzato ha una malattia degenerativa che lo porterà nel giro di qualche anno alla morte solo che io sono innamorata di suo padre con cui ho consumato un torbido amplesso tra padelle e pappagalli in uno sgabuzzino. Considerato che il mio moroso rimarrà lucido fino alla fine, mi suggeriresti le parole giuste per spiegargli questa situazione un po’ così? b) Cara Selvaggia, sei bellissima. Per me sei l’ottava meraviglia del mondo. Se dovessi far saltare in aria una cosa a scelta tra la cappella Sistina e un tuo scarabocchio sull’elenco telefonico, ti giuro che io imbottirei di tritolo la cappella Sistina. IO NON GLI RISPONDO. E-mail successiva: “Brutta stronza , non rispondi? Fai schifo, hai sempre fatto schifo, che Dio ti maledica ! Che tu possa bruciare tra le fiamme dell’inferno maledetta sgualdrina!” c) Cara Selvaggia, ti ammiro molto perché sai scrivere in maniera ironica e spiritosa. Però mia cara Selvaggina, hai trovato pane per i tuoi denti! Eh già, colui che ti sta scrivendo è un eccelso autore comico e anzi, se avessi mai bisogno di una mano, non esitare a chiedermi aiuto per la stesura di testi brillanti. Ti lascio con una delle mie impareggiabili freddure: “Lo sai come abbia il cane del presentatore più famoso? BAUdo BAUdo BAUdo!”. d) Cara Selvaggia, ho preso tre lauree a Oxford e attualmente risiedo presso Silicon Valley dove sto ultimando delle ricerche sulle applicazioni della telematica alla cucina esotica col wok. Sento che tra noi ci sono fortissime affinità spirituali che una persona cerebrale come me avverte anche a distanza. Non è che mi manderesti una tua foto in perizoma mentre ti fai leccare l’alluce sinistro da un signore anziano con il tuo reggiseno legato in testa? La specie “ristoratore” Appartiene a questa specie il ristoratore che ti chiede la foto al ristorante sotto la testa del pescespada. Ci sono però delle interessanti varianti. C’è un ristorante a Mazara del Vallo in cui c’è la seguente foto della sottoscritta piazzata in bella vista sopra la cassa : io che sollevo e mostro fiera ai clienti un polpo agonizzante di sei etti sorridendo come se stringesse tra le mani il Leone d’oro. (seguirà terza puntata)

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