Sono così abituata ai paparazzi che vedo una…
Sono così abituata ai paparazzi che vedo una macchina che mi segue e penso sia gente che mi vuole menà per qualcosa che ho scritto su twitter.
Sono così abituata ai paparazzi che vedo una macchina che mi segue e penso sia gente che mi vuole menà per qualcosa che ho scritto su twitter.
Non ho ben capito se ora mi inviteranno pure alla notte degli Oscar o se eviteranno pure di invitarmi al battesimo di mio nipote, ma vabbè.
1- CI VOLEVA UN BEL âCATFIGHTâ, DUE DONNE CHE SI ATTACCANO SULLE RISPETTIVE SCOPATE
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1- CI VOLEVA UN BEL âCATFIGHTâ, DUE DONNE CHE SI ATTACCANO SULLE RISPETTIVE SCOPATE PER RENDERE INTERESSANTE âVEDRÃâ, LA RASSEGNA LETTIANA IN…
All'idea che Fede fondi un partito che si chiama Vogliamo vivere, non so voi, ma io vojo morì.
Di quello che è uscito su Dago dico solo una cosa: "scioglievolezze" è un colpo durissimo.
Lo spot qui sotto (è di una società di scommesse), con Gesù che arriva a risolvere i mali del calcio, è stato censurato da Rai e Mediaset. Non andrà in onda. E certo, c'avessero messo Moggi che agita la mazza da baseball, nessuno avrebbe fiatato.
Paddy Power Italia è arrivata in TV! Volevamo farvi vedere questo spot in TV ma alcune persone ci hanno impedito di mandarlo in onda. Tu cosa ne pensi? Era da bloccare? Commentalo qui su Youtube e condividilo su Facebook e Twitter. http://www.paddypower.it http://www.facebook.com/paddypower http://twitter.com/paddypoweritaly
Sono reduce da tre giorni piuttosto intensi a Vedrò, che per chi non lo sapesse è il think net promosso da Enrico Letta e presieduto da Benedetta Rizzo, nato per riflettere sulle declinazioni future dellâItalia e delineare scenari provocatori, ma possibili, del nostro paese. Ovviamente, la descrizione di cosa sia lâevento lâho copiata para para dal sito di Vedrò, anche perchè è evidente che ho la più pallida idea di cosa voglia dire think net e secondo me anche Enrico Letta utilizza il termine per confondere gli avversari politici come la Minetti diceva âbriffareâ per confondere le amiche chips. Voglio dire. Provate a pronunciare a voce alta la frase: âVado tre giorni nella centrale Fies di Dro per la plenaria prevista dal think net di Vedròâ e come minimo entro cinque minuti vi citofona la Digos a casa. Inoltre, ad essere proprio onesta, confesso che definizioni a parte, dopo la divertente full immersion sul lago di Garda, riguardo la reale identità dellâevento ho le idee parecchie confuse. Esistono, al riguardo almeno tre correnti di pensiero. La prima sostiene che a Vedrò, si vada per confrontarsi con politici, scrittori, artisti, giornalisti, ballerine di danza classica, sbandieratori medievali e bracconieri di caprioli sui temi più svariati, dalla nuova impresa, alle energie rinnovabili, alla ricetta del castagnaccio. La seconda sostiene che a Vedrò si vada per curare le pubbliche relazioni, poiché è un incontro trasversale e vivace, assolutamente bipartisan e popolato da volti freschi e propositivi della politica e del giornalismo del nostro paese. La terza sostiene che a Vedrò si vada per trombare ed è anche quella che raccoglie più consensi, ma queste sono tesi che trovano conferma solo dopo la chiusura dellâevento, quando si torna a casa da Vedrò e non si RiVedrà più né la propria moglie né la casa coniugale. Ad ogni modo, per rendervi più facilmente comprensibile lâevento, vado a snocciolarvi una serie di informazioni chiave su come si è sviluppato il tutto e sugli accadimenti più appassionanti di questi tre giorni di fertile confronto e dibattito. Lâorganizzazione: i partecipanti sono dislocati in vari hotel in località Riva del Garda e dintorni. Ovviamente, esiste una sorta di gerarchia alberghiera per cui i personaggi più influenti alloggiano allâhotel Du Lac , che è il più bello, per poi scendere di stelle e categorie in base alla testata per cui si scrive o al partito a cui si appartiene. Gira voce che alcuni pubblicisti di âPontecagnano oggiâ abbiano dormito nei kajak del centro nautico del lago di Garda e che un gruppo di leghisti sia stato alloggiati nel bagagliaio del suv di Enrico Letta ma sono illazioni. Gli ospiti si spostano con apposite navette che passano a prelevarli nei vari hotel la mattina e li riportano a casa la sera. La conseguenza è che il primo giorno, allâinterno del pulmino, ci si guarda tutti con una certa circospezione. Il terzo giorno, sul fondo del pullman, si crea il noto clima âdemenzialità da gita scolasticaâ per cui dopo la seconda curva, partono allegri cori, da âGelato al cioccolatoâ intonati da rispettabili deputati del pd a inni della Lazio intonati da integerrimi manager nel campo delle energie rinnovabili e âollellè ollalà â intonato un poâ da tutti. I pranzi e le cene. A pranzo venivano distribuiti i cestini. La peculiarità dei suddetti cestini è che erano di vari colori ma il contenuto era identico. Molti hanno interpretato questa trovata come una nota di creatività nel banale rito della mensa, altri lâhanno interpretata come una metafora del lettismo, fatto sta che a Dro, 4030 anime nella provincia di Trento, câera lo stand con i prodotti tipici pugliesi, dallâolio, alla crema alle cime di rapa, ai cipollotti e perfino Vendola in tranci marinati. Pare che dopo le lamentele del comitato eno-gastronomico del Trentino il prossimo anno, nel Salento, durante la notte della taranta i Negramaro lanceranno canderli alla tirolese fumanti dal palco, ma non ci sono ancora certezze. I personaggi. Tra i tanti ospiti avvistati a Vedrò, indimenticabili Oscar Giannino e il suo mocassino catarifrangente viola che, notato dallâamministratore delegato Enel Fulvio Conti, pare nel 2014 sarà lâunica vera alternativa al fotovoltaico. Antonello Piroso, dopo la fine del suo rapporto lavorativo a la 7, è riapparso sul palco di Vedrò dando la dimostrazione pratica di come si possa raggiungere la pace interiore nonostante le traversie professionali: in tre minuti netti, dal palco, ha dichiarato guerra a la 7, la Rai, Mediaset, Sky Cinema, History Channel, la pesca a strascico e la Polonia. Il giornalista de âIl Fattoâ Franz Barragino , durante la serata di chiusura, mentre tutti avevano dei semplici calici, si aggirava con unâinquietante bottiglia di vino rosso in mano e lâaria da rehab imminente, roba che se uno avesse avuto ancora qualche dubbio su quanto debba essere facile lavorare accanto a Marco Travaglio, se lâè tolto del tutto. La coppia formata da Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia, tra parenti, carrozzine, neonati e latte in polvere, più che a Vedrò sembrava convocata per la serata tombola e mercante in fiera la notte della vigilia di Natale a casa dei suoceri, ma bisogna dirlo, erano simpatici e naif. Per riequilibrare lâelemento simpatia, mi tocca citare Laura Ravetto del pdl. Della serie: le mascelle di Ridge hanno abbandonato Beautiful e quelle della Ravetto si palesano a Dro. Non è ben chiaro se lâaria del lago abbia effetti allucinogeni sul biondo ex sottosegretario, ma durante il working group âVecchi e nuovi giornalismiâ ha rilasciato una serie di dichiarazioni al limite del visionario quali: âInternet sarà sempre più immaginiâ o âCi vuole un sito che aggreghi le notizieâ. Roba che mancavano solo le frasi âCi vorrebbero quattro cose che girano da piazzare sotto le macchineâ o âUn coso che spari aria calda per asciugare i capelli secondo me avrebbe un mercatoâ e Silicon Valley, entro fine dicembre, si trasferiva a Dro. Matteo Renzi, affabile e divertito, ha chiesto di non essere ripreso dalla telecamere solo durante la cena, e onestamente, da uno che sâè fatto riprendere per ben quattro volte dalle telecamere della Ruota della Fortuna, non sâè ben capito lo scrupolo di farsi inquadrare col pollo al curry, ma sorvoliamo. Indimenticabile poi il concerto finale con lâex Spandau Ballet Tony Hadley. Lâidea che Letta, per chiudere una manifestazione sullâItalia che verrà , abbia pensato ad unâex gloria vistosamente invecchiata, imbolsita, abbandonata ormai dai membri del suo gruppo e con una gran voglia di tornare sul palco, è suonato a tutti pericolosamente profetico, ma nessuno ha osato dirglielo. Ed è proprio durante la sera del concerto di chiusura che è parso finalmente chiaro il senso di Vedrò: dietro ai tendoni dei working group, dopo lâuna di notte, complice lâoscurità e la goliardia alcolica, si respirava un clima così bipartisan, così conciliante, così collaborativo, che sugli scenari che si prospettano di qui a un paio dâanni, Vedrò non ha dato certezze, ma su quelli che si prospettano da qui a nove mesi, ne avrei qualcuna in più.
Sono tornata da Vedrò piuttosto provata da una notte di bagordi con tanto di concerto di Tony Hadley orfano dell resto del gruppo, anche perchè a vedere il suo peso attuale mi sa che chitarra e basso se li è mangiati. Domani uscirà un pezzo più dettagliato su Libero, nel frattempo dico solo che Laura Ravetto del pdl, se ne andava facendo la mia imitazione fingendosi pettoruta, declamando ad alta voce il numero dei miei followers e raccontando quanto sono narcisista. Vi risparmierò commenti sui suoi illuminanti interventi a Drò, ma in compenso vi ripropongo questo meraviglioso momento in cui ospite di Ballarò si prese un cazziatone stratosferico da Floris perchè mentre gli altri discutevano di Lodo Alfano lei chattava con l'amichetta del mare col blackberry. Cazziatone a cui replicò con un mitologico: "Non è un telefonino, è un blackberry!".
Figuraccia d'antologia per la maleducatissima pidiellina Laura Ravetto, che, non solo si fa cogliere in flagrante mentre riceve suggerimenti sul suo "blackberry" da qualche talpa azzura (durante la trasmissione, i telefonini vanno spenti per evitare fastidiose interferenze, che puntualmente avvengono nel corso della puntata), ma al rimbrotto di Floris replica spocchiosamente: "NON E' UN TELEFONINO, MA UN BLACKBERRY".
Tra poco saro' ospite de @LaZanzaraR24 con @giucruciani e @DAVIDPARENZO