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Io vorrei Fabrizio Corona fuori dal carcere, ma col presupposto della verità e lontano da teatrini e ipocriti che gli fanno più male che bene

Conosco Fabrizio Corona. Come tutti quelli che l’hanno conosciuto prima che finisse in carcere, sono stata allo stesso tempo vittima del suo fascino e della sua inaffidabilità. Fabrizio è un entusiasta, un incantatore e sa essere molto simpatico, specie quando spiattella verità imbarazzanti su se stesso e sugli altri , tradendo un’amoralità tutto sommato cristallina. Fabrizio però è anche altro. Continua

Che abbiano un biscotto in mano o una cintura esplosiva in vita, con i bambini il successo di uno spot è assicurato

Ci sono dei riti quotidiani, minuscoli, trascurabili, quando si hanno dei figli, che sembrano gesti meccanici, finchè non smetti di compierli. Finchè i figli non diventano abbastanza grandi da farli da soli e allora ti accorgi che chiudere la cartella, asciugargli i capelli col phon o preparargli la cena, era qualcosa di più di un gesto meccanico. Era prendersi cura di loro. Continua

La domande degli utenti al centro assistenza facebook sono assolutamente esilaranti

In queste giornate così meste e di giusto tributo alla satira volontaria, mi sembra giusto concedere un po’ di spazio anche alla satira involontaria. Se pensate che l’apice l’abbia toccato Rita Dalla Chiesa che qualche notte fa augurava un dolce sonno ai suoi numerosi follower scrivendo “Buonanotte a chi non ha nessuno che gliela dia”, scatenando così l’ilarità generale, vi sbagliate di grosso. Il meglio della comicità involontaria sul web lo trovate nel centro assistenza di facebook, nella sezione forum e domande, ovvero quel luogo in cui gli utenti chiedono soluzioni per i loro problemi relativi all’utilizzo del social. Continua

#selvaggianonmentire e altre macchinazioni

Dunque. Facciamo un po’ di chiarezza su questa storia ridicola di progetti Francesco Sole e strategie e selvaggianonmentire e macchinazioni e il mio far parte di una cupola. Intanto grazie: ero a Londra ed essere trend topic per giorni, anche contro l’hashtag della finale di Xfactor, pure se non scrivo e sono al di là della Manica, significa che sono una influencer coi controcazzi (non per niente per l’hashtag vi siete attaccati al mio nome, mica al vostro. Mica era ‪#‎gliyoutubersdenunciano‬ ‪#‎ilpopolodelwebèstufo‬‪#‎dibigiodenuncia‬”). Continua

Morgan e l’abbandono

Il trend del momento e’ molto chiaro e si chiama “ripensamento”. L’Italia ci ripensa e convoca Balotelli, whatsapp ci ripensa e toglie la doppia spunta blu, Napolitano ci ripensa e lascia il Quirinale,  Morgan ci ripensa e lascia X factor. Che poi si sa, Morgan, di tutti i fatti elencati, e’  l’unica questione che tiene col fiato sospeso gli italiani. Siamo onesti: senza presidente della repubblica il paese va avanti, senza Morgan a X factor rischiamo di uscire dall’Europa.

Per chi avesse perso il momento topico, giovedì sera, durante la diretta di X factor, le cose sono andate più o meno così: Morgan assegna una ciofeca di canzone (“Il gioco del cavallo a dondolo” di Roberto De Simone) al suo gruppo, gli Spritz for five. Una canzone che alla terza nota provoca suicidi di massa in numerosi gruppi d’ascolto casalinghi creati ad hoc per seguire la diretta. Morgan dice che e’ sperimentazione, ma il dubbio e’ che sia lui ad aver sperimentato un nuovo fungo messicano. Non risulta neanche chiaro il perché decida di sperimentare con un gruppo che si chiama come un gioco aperitivo al villaggio Valtur di Otranto e non che so, “Dark indie monkeys”, ma Morgan ha le sue ragioni che la ragione non conosce e vabbe’.

Il gruppo, manco a dirlo, prende meno voti della Zanicchi alle europee e va al ballottaggio. A quel punto Morgan si gioca la seconda carta: i Komminuet. I due si’ che hanno il nome giusto per sperimentare e infatti Morgan a loro fa cantare “Je t’aime moi non plus” in versione pianola Bontempi, roba che andava bene per una rumba a Ballando con le stelle con Giulio Berruti e Samanta Togni, altro che sperimentazione. E infatti i Komminuet vengono votati solo da Paolo Belli e la sua band e anche loro vanno al ballottaggio.

Morale: si scontrano i due gruppi di Morgan in una guerra fratricida che i fratelli Muccino al confronto sprizzano affetto. Ed e’ così che Morgan si trova a decidere quale figlio sacrificare sull’altare degli ascolti. Butta fuori quelli col nome da cocktail, si alza in piedi e dà la ferale notizia: “Lascio x factor, vista la deriva che sta prendendo questo programma”. Rimane un attimo in piedi, sentendo incredulità attorno a se’.

Gli altri giudici fanno gli gnorri. Victoria si spela il vestito, Mika già che c’è ripassa i congiuntivi croati, Fedez si ricalca un tatuaggio con la penna a biro. E’ tutto in mano a Cattelan. E Cattelan, uno di quei conduttori che sanno cavalcare i momenti televisivi imprevisti con la disinvoltura di Andrea Pirlo in conferenza stampa, cosa fa? Niente. Tutti da casa sono li’ che fremono per sentire una domanda, una a caso, che so, sei sicuro? Perché non accetti la sconfitta? Non ti sembra di essere infantile? Vuoi un’altra Red bull? Come vai a casa? Ti chiamo un taxi? Insomma, che dica qualsiasi cosa pur di tenerlo li’ e invece Cattelan lo lascia andare e arrivederci. Anzi, dice solo: “io qui sono l’arbitro”. Ecco, in quanto arbitro, giovedì dopo la puntata ci voleva Moggi a chiuderlo in camerino e creparlo di mazzate per non aver saputo sfruttare la bomba mediatica dell’anno.

Cosa ne sarà di Morgan e’ mistero fitto. A voler ripercorrere la sua storia a X factor, in effetti ha annunciato che non avrebbe rifatto il programma almeno dieci volte. Una volta perché si era stufato della tv, una volta perché voleva incidere un disco, una volta perché Mika ha l’alitosi, una volta perché la Red bull era sgasata e così via. Tutto questo per poi tornare puntualmente all’ovile, umiliare gli avversari e ricominciare a dire che x factor e’ il male del secolo dopo l’ebola e il cane di Michaela Biancofiore che canta l’inno di Forza Italia.

Questa volta però il futuro appare più incerto. Conoscendolo, Morgan potrebbe tornare domani, potrebbe dire che da ora in avanti vuole elevarsi e poi andare in giuria a Italia’s got talent a dare voti al nano petomane, potrebbe dedicarsi alla musica lirica, al giardinaggio, allo studio delle scie chimiche o a quello delle sinapsi di Antonio Razzi. Quando si parla di Morgan, certezze non ce ne sono mai.

Fatto sta che il suo abbandono è comunque un sintomo piuttosto preciso di una strana malattia che ha colpito X factor quest’anno. Nulla che riguardi lo show in se’, che resta uno dei più belli e appassionanti della tv. Si tratta più di una mancanza di equilibrio in giuria, di un elemento mancante, di un ingranaggio meno oliato e fluido degli scorsi anni. Un Fedez troppo imbeccato e solista, una Victoria schiacciata da giganti egoriferiti, un Mika sempre superlativo ma senza interlocutori al suo livello, un Morgan che anziché battibeccare con Fedez, unico suo antagonista possibile, ha stretto col rapper una sorta di noioso e paraculo patto del Nazareno.

Insomma, manca quest’anno, una figura, anche anagraficamente, più autorevole, manca chi fa il padre padrone e la paternale, manca chi sa mettere in riga i tromboni alla Morgan, i saputelli alla Mika e i gggiovani alla Fedez con la competenza erudita e talvolta polverosa di Elio , il commento acido della Ventura o il vai a cagare di cuore della Maionchi. Manca quello che lascia giocare i ragazzi, ma se esagerano li mette in castigo nello sgabuzzino. Sono mancati disciplina e, ahimè, pure conflitto. Tant’è che alla fine Morgan non e’ esploso, ma e’ imploso. Ha finito per litigare da solo. Ha parlato di deriva, non di tsunami con i colleghi. E a conferma di ciò c’è il fatto che quest’anno il programma fa più ascolti ma la gara crea meno opinione, dibattito. I giudici sono tutti incredibilmente glamour e patinati ma si sporcano poco le mani e sono scarsamente amalgamati. Non c’è una giuria, ci sono quattro giudici “molto fighi”, come direbbe la Victoria. Fanno molte copertine, parlano di politica, d’amore, di punto croce e di zumba, ma c’è meno attenzione sulle dinamiche, sulla sfida, sui conflitti. La luce è su di loro, singolarmente, meno sui concorrenti.

Detto questo, nel giro di cinque minuti questo articolo si autodistruggerà perché Morgan nel frattempo avrà già stappato una lattina, si sarà seduto dietro al bancone di X factor come se niente fosse accaduto, avrà fatto esibire l’ultimo gruppo rimasto con “Vorrei avere il becco” di Povia versione acid jazz e naturalmente, avrà vinto anche l’ottava edizione di X factor.

Le barzellette gay ?

Arrivo in ritardo sulla questione e me ne scuso, ma volevo dire la mia su questa indignazione esplosa sui social e altrove sul libricino delle barzellette gay allegato a Visto.

1) Esistono barzellette sui limiti, i vizi, le debolezze degli uomini. Esistono barzellette sui limiti, i vizi, le debolezze delle donne. Le donne che non sanno guidare, gli uomini perennemente allupati, le donne rompicoglioni, gli uomini incapaci nel multitasking bla bla bla. Anche in quel caso si procede per stereotipi, banalizzazioni, luoghi comuni e pure pregiudizi scemi, ma sono i meccanismi della comicità. Togli quelli, resta spazio per i virtuosismi, e la comicità fatta di virtuosismi è roba per pochi eletti. Per i Guzzanti, per i Benni. Fossi gay, non mi sentirei affatto discriminato, anzi, penserei che la parità dei diritti passa pure per questo. Per concedere agli altri il diritto di infilarmi in un libretto di barzellette sceme come gli uomini e le donne.

2) I libri di barzellette sui Carabinieri esistono da mille anni. Nessun carabiniere se ne è mai lamentato, benché li si faccia passare per idioti senza speranza.

3) I gay praticano l’ironia, è un loro punto di forza. Non tutti, altrimenti generalizziamo anche qui, ma molti sanno essere sarcastici e sferzanti non solo col mondo, ma anche e soprattutto col loro mondo. Spesso lo sono in un modo che agli eterosessuali, nei loro confronti, non sarebbe concesso. Spesso, si etichettano come “frocia” tra di loro, danno delle “frociarole” alle donne che frequentano gay e così via. Non credo possano indignarsi per un libretto del genere.

4) L’ironia sdogana. L’ironia richiede autoironia. L’ironia livella e ci mette tutti sullo stesso piano. I gay non sono una specie da proteggere. Non sono inermi, indifesi, diversi. Non sono di cristallo. I gay non sono bambini down, non sono gli ebrei deportati, non sono malati terminali. Subiscono, ancora oggi, delle discriminazioni da gente involuta, è vero, ma questo tocca pure alle donne e a tante altre categorie che non per questo reputano offensiva una barzelletta su di loro. A fare ironia sul mondo gay non si deve passare neppure per politicamente scorretti. Al contrario. Chi ha la naturalezza nel fare ironia sui loro vizi, sui loro limiti, sulle loro debolezze, probabilmente ha anche l’intelligenza per riconoscerne le virtù.
E io sono certa che i gay intelligenti questo lo sanno bene.

La Banalità di Lucci

Lucci ha fatto una triste figura a Le iene. Ma triste davvero. In realtà è da un po’ che pensavo che Lucci fosse bollito e che i suoi insulti fossero diventati gratuiti e patetici, ma con la Boschi ha toccato il fondo. La insegui per dirle che è una strafica, fai battute sui “rapporti” col parlamento, insisti, te ne compiaci. Te ne stai appostato lì magari ore per dire queste minchiate becere e di una banalità sconcertante. Non parlerei solo di maschilismo come la Terragni e altri. Parlerei proprio di banalità. Tutta questa agitazione perché c’è un ministro biondo con gli occhi azzurri. Ti siedi con gli autori e decidi “Andiamole a dire che è una strafica!”. Wow! Pensate: c’è una donna in gamba e anche carina, perché non farle due battutacce da bar dello sport. Davvero pietoso. Lucci era bravo, lo è ancora per certe cose (i suoi servizi sulle baby miss erano perfetti) ma per certe cose il filone “ho la faccia come il culo, quante risate!” s’è esaurito e non si recupera alzando l’asticella della volgarità. Mi auguro che la Boschi si batta per la prima seria riforma: prendere a calci in culo gli uomini così.

“Sono andata dallo psicologo perchè non so più se sono normale!” cit. Rachida

La mia intervista a Rachida su M2o:

“Sei consapevole del fatto che mezza Italia ti prenderebbe a padellate?”
“Ma io sono vera, io non faccio male a nessuno! All’inizio sono rimasta male ma poi ho capito che tutti parlavano di me e allora va bene così!”.
“E’ vero che sei parente di Bastianich come molti hanno detto?”
“Ma no per carità! Vorrebbe dire che sono raccomandata, questa è una voce che ha messo in giro qualcuno per danneggiarmi, non c’è nessuna parentela, solo chiacchiere!”.
“Ma eri un po’ innamorata di Bastianich? Ti piaceva essere sgridata da lui?”.
“Mi spronava, aveva capito che c’era qualcosa da tirare fuori in me, ma io non sono una donna sottomessa!”.
“Chi era il personaggio più antipatico?”.
“Ludovica. Fin dall’inizio s’è fissata con me perchè ero straniera”.
“Non ti sei sentita avvantaggiata dalla produzione quando ti hanno mandata in Marocco?”.
“No, ho solo dimostrato di saper cucinare come le altre volte, nessuno resta lì per altri motivi! Il resto, sono io, le frasi mi escono fuori senza che io ci rifletta , non perchè sono stupida ma perchè sono spontanea.”
“Il tuo povero marito cosa dice?”.
“Che sono buona come il pane!”.
“Mah, ci credo poco”.
“Lo so, ma è così. Pensa che quando sono uscita sono andata dallo psicologo per sapere se sono normale. Ero preoccupata di essere strana con tutto quello che hanno detto di me! Mi ha detto che sono sanissima!”.
“Ma le tue lacrime sono vere o sceneggiate?”.
“Vere vere! Giuro che ho dei problemi agli occhi a causa dei troppi pianti. Io piango sempre, sono una fan dei telegiornali e quando vedo cose brutte piango sempre tanto che in questi giorni sono andata dall’oculista perchè mi fanno male gli occhi, ho dei problemi e ora mi devo perfino curare!”.
La lacrimite non s’era mai sentita.
Graziiii Rachida!

Per ascoltarla:
http://www.youtube.com/watch?v=ZQTQtBTskIo&feature=youtu.be

Laetitia Casta a Sanremo?

Ora però, la domanda è: perchè Laetitia Casta a Sanremo? Carina, ma davvero una che non ha lasciato il segno, che non spicca per personalità, per scelte professionali, per una particolare vivacità nelle interviste. E’ una scelta stantia, banale, noiosa. Bella ma sì, però boh, a ‘sto punto meglio una bella che costituisca una qualche novità. Vorrei aggiungere altro, ma sulla Casta manco il post mi viene brillante.

Il reality degli antipatici ? Intervista a Carlo Cracco

 

“Il nuovo taglio di capelli me l’ha consigliato Rosa, quando lei comanda io obbedisco!”. “Aspettiamo un figlio, Rosa è al quinto mese, ma non sappiamo ancora il sesso”. “Masterchef è un programma di antipatici, quest’anno i concorrenti sono tutti così”. “Rachida? Sa cucinare. Il meglio ancora non l’ha dato. E i suoi piagnistei contano poco, i concorrenti vano fatti sfogare!”.

Intervistato su M2o da Fabio De Vivo e la sottoscritta, Carlo Cracco racconta molto della sua vita e della terza edizione di Masterchef.

“Partiamo dal caso Rachida. Perchè tenete dentro così a lungo un personaggio poco amato e poco capace?”
“Non è così. Ha qualcosa da dare anche lei. Piange, sì, ma bisogna far sfogare i concorrenti, lei il meglio ancora non l’ha dato. E’ brava, sa cucinare, ha una sua manualità. E ha una caratteristica: quando pensi che non ce la fa, Rachida tira fuori il guizzo.”.

“Non è proprio simpaticissima…”.
“Una cosa strana è che a Masterchef ci sono un sacco di antipatici. E’ il reality degli antipatici. Federico per dire è uno che provoca, col coniglio crudo voleva farsi notare. Poi lui l’ha messo da crudo in un piatto bollente portandolo così a una temperatura perfetta e è riuscito a focalizzare l’attenzione su di sè.”.

“E del concorrente agè Alberto che dici? Ti piace?”.
“Alberto è la grande passione di tutti, metterei la firma subito per arrivare a quell’età così, forse al netto delle paperine, che mi risparmierei. Prende tutto in maniera leggera e poetica.”.

“Non ti imbarazza quando Bastianich lancia piatti e offende i concorrenti?”.
“Bastianich non mi imbarazza, se lo conosci sai che è fatto così, lui è quello che è. Io invece non sono capace di buttare un piatto in quel modo, a freddo, però lo faccio nella cucina del mio ristorante perchè magari un piatto fa schifo e non voglio che esca”.

“C’è qualcosa di te che non ti piace quando ti rivedi in tv?”.
“Di me in tv quando mi rivedo non mi piace nulla. Sono sempre troppo tirato e serio. E’ perchè faccio fatica e cerco di non sbracare…”.

“Tu metti soggezione a tutti col tuo sguardo truce, ma c’è qualcuno che mette soggezione a te?”. 
“A me mettono soggezione tutti, in modo particolare i clienti quando vengono a mangiare. Vengono a provare la tua cucina, dai il massimo ma magari non ci riesci. Quando vedi che non parlano, non dicono nulla, ti senti in imbarazzo, pensi che magari non gli è piaciuta la cucina. Poi ovvio, se i clienti cercano il pelo nell’uovo divento una iena.”.

“Quest’anno sfoggi un taglio di capelli singolare. Te l’ha consigliato qualcuno o hai fatto tu con la mezzaluna?”. 
“Il taglio di capelli l’ha deciso Rosa. Obbedisco sempre, io con lei sono bravissimo.”. (ride)

“Quando l’hai conosciuta le hai detto che non avrebbe mai più toccato una padella, sei stato di parola?”.
“Sono stato di parola, non ha più toccato niente, però non mangia nemmeno perchè ho poco tempo per cucinare…”.

“Le fai le schiscette?”. 
“No! Niente schiscette, è una cosa che non sopporto. Cucino il sabato e la domenica, negli altri giorni a pranzo viene a mangiare al ristorante.”.

“Aspettate il secondo figlio, che poi per te è il quarto… Sapete già il sesso?”.
“Rosa è al quinto mese, non sappiamo che sesso sarà ma per me va bene tutto, sia maschio o femmina.”.

“Cambieresti Rosa con la Pascale? Lei sa il prezzo dei fagiolini…”
“Lì i problemi sono altri…diciamo che mi tengo Rosa!”.

“Sai che io e te abbiamo lo stesso editor e nel mio contratto con Rizzoli una clausola prevede che oltre le 10 000 copie vendute, avrò una cena pagata da Cracco?”. (verità)
“Fantastico! Inseriamo anche una clausola per la copia 11 000, 12 000… mi fai girare l’economia!”.

“Ok, tu mi dai una quota del ristorante?”.
“Ti do la cella della verdure!”.

Se volete ascoltare l’intervista qui di seguito la prima e la seconda parte:
http://www.youtube.com/watch?v=UUetezfzsfo
http://www.youtube.com/watch?v=g150_DJw6Yg