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Fatto di sangue

Per la serie: va a fa’ del bene al prossimo. Ieri pomeriggio, nel bel mezzo del mio quarto trasloco nel giro di due anni, quindi con un umore di quelli da velociraptor mestruato, sento qualcuno in tv fare un accorato appello: serve urgentemente del sangue per una giovane mamma colpita da una grave emorragia dopo aver dato alla luce il suo terzo figlio. L’ospedale in cui recarsi per la trasfusione è il San Pietro. Ora, il San Pietro dista circa un chilometro da casa mia e, soprattutto, è l’ospedale dove è nato mio figlio, per cui mentre mi trovo alle prese con l’assemblaggio dei duemilasettecentoquarantaquattro pezzi che compongono la libreria Billy, comincio a sentire un lieve disagio. Insomma, mentre sto realizzando che anziché una libreria color noce mi sta venendo fuori una gondola veneziana, assolvo il mio menefreghismo raccontandomi che “ho da fare, oggi mi sento stanca, tanto se l’hanno detto da Bonolis ci andrà un sacco di gente e poi sono anche leggermente anemica”. Dopo mezz’ora Monica Vanali ripete che c’è una donna, all’ospedale San Pietro, che ha un disperato bisogno di sangue. Io che nel frattempo sono riuscita ad incastrare una quindicina di pezzi, dunque a costruire il pomello dell’anta destra, mi trovo, anche questa volta, tutta una serie di alibi del tipo: “Col traffico che c’è a quest’ora, arrivo che è già incinta del prossimo”, “Ho un gruppo sanguigno raro, non va bene neanche per i trucchi cinematografici” e così via. Incastro altri cinque pezzi e i sensi di colpa mi assalgono. Prendo la macchina con l’aria orgogliosa di quella che ha in mano le istruzioni per disattivare il detonatore che farà saltare la città del Vaticano stanotte e arrivo al San Pietro. Sollevata. Spiego al tizio della reception che sono lì per la tipa di cui hanno parlato nella trasmissione di Bonolis e in effetti un paio di convalescenti a passeggio per il corridoio mi guardano con l’aria raggiante di quelli che pensano che ci sia Madre Natura in sala gesso. Il tizio della reception, il classico tizio che ti dice a che piano è il morto che cerchi mentre prende accordi per il fantacalcio con il collega, mi fa: “Ah. Scusi è, ma lei è mica quella che era dalla Perego l’altra sera? La ‘pinionista?” . Io: “Sì sì sono io.”

Segue: a) commento irripetibile su Bambola Ramona b) commento irripetibile sulle minigonne della Perego c) commento irripetibile su Denny Mendez d) commento ripetibile su Bettarini: “Ahò, quello parla come Pieraccioni e è rintronato come Ceccherini.”. Durante l’appassionante conversazione non riesco a smettere di pensare che una donna sta morendo dissanguata mentre io disserto sulle inclinazioni sessuali di Gianni Sperti e sulle vere ragioni del suo matrimonio con Paola Barale con uno alla reception che come se non bastasse somiglia in modo impressionante al notaio di “Affari tuoi”. Finalmente riesco a farmi dire dove devo andare per questo benedetto prelievo. In fondo al corridoio direzione scala B c’è una stanzetta bianca. Deserta. Con me c’è anche Laerte. Ci viene incontro un’infermiera bassa e tracagnotta che con aria allegra fa: “Siete qua per la televisione?” Spiego che non sono Lazzari de “La vita in diretta” per cui non le chiederò “Come va l’amore?” e che vista l’urgenza, insomma, vorrei solo donare il sangue. Voi cosa vi aspettate che sia successo? Che l’infermiera tracagnotta abbia preso un laccio emostatico lungo tre metri e mezzo ed abbia preso al lazzo contemporaneamente il mio avambraccio e quello di Laerte riempiendo in trenta secondi netti due bottiglioni vuoti di Monini fruttato da un litro e mezzo? No. L’infermiera tracagnotta ci guarda serafica e fa: “ Pe’ stasera amo tamponato. E’ venuta un ber po’ de ggente. Serviva A positivo ma comunque noi pijamo tutto, specie lo zero e il gruppo b. Ma anche lo zero negativo va bene. Però ritornate mercoledì perché già ho dato appuntamento a ‘mpo’ de ggente domani e dopodomani.” Allora. A parte il fatto che io sono 0 negativo e a me tutto ‘sto snobismo nei confronti del mio gruppo sanguigno come se nelle vene mi scorresse Tavernello , m’ha leggermente innervosita. Ma lasciamo stare perché non è questo il punto fondamentale. La questione principale è: ma come, ce la menano dalla mattina alla sera con la storia dell’emergenza sangue e della carenza di donatori, e in un ospedale pubblico alle otto e mezzo di sera mandano via due donatori perché “tanto l’urgenza l’hanno tamponata” e comunque non c’è uno straccio di infermiere in grado di effettuare qualche prelievo che magari tornerà utile alla prossima emergenza? E danno appuntamento ai due donatori neanche la mattina dopo, ma tre giorni dopo perché immagino che per smaltire la folla di donatori nei giorni seguenti dovrà intervenire Bertolaso che probabilmente ricorrerà al Napalm per le frange più estreme di donatori? E sono davvero convinti che quelli che hanno mandato a casa stasera, nei giorni seguenti, tra bambini da portare a nuoto e librerie Billy da montare, torneranno? Quindi che si fa? Ve lo dico io. Alla prossima emergenza sangue interromperanno “Piazza grande” e Paolo Fox ci inviterà a donare il sangue perché c’è un tipo al San Camillo che s’è tagliato le vene dopo aver visto “L’arena” di Giletti, solo che nel congelatore dell’ospedale ci sono una Coca light, una vecchia bottiglietta di Chinotto Neri e la mascherina sgonfia-occhiaie della caposala ma ahimè di sacche di sangue neanche l’ombra, per cui non è che potete fa’ un salto qui? E mi raccomando. Se siete ‘pinionisti non dimenticate la foto autografata della Perego. ‘Che quella sì che è n’emergenza.

Chi mi ama mi segua 4

Domani, martedì 1 novembre ore 21, 00 su Italia Uno, sarò nuovamente ospite del reality “La Talpa”. (Anthony, che ringrazio, mi segnala addirittura l’esistenza di un video della mia partecipazione alla talpa dello scorso martedì. Dice anche che è più scaricato del video in cui la Cucinotta fa ginnastica. So’ soddisfazioni.) IL VIDEO. (l’ecchissene… è tollerato)

Ventennio lucarellista

Finchè non sarà possibile effettuare la registrazione degli utenti, su questo blog non sarà più possibile commentare. Mi dispiace perchè inevitabilmente una marea di rosiconi/e, frustrati/e, maniaci, esibizionisti, depressi/e e imbecilli/e patologici, non sapendo come passare la giornata, si riverseranno su autobus, giardini pubblici e metropolitane. Ha inizio il ventennio lucarellista e vi anticipo che sarà caratterizzato da una serie di meravigliose iniziative quali “cinquecento euro a chi chiama sua figlia Selvaggia!” e “per un commentatore imbecille dieci commentatori seri fatti fuori dal blog” . Si sta provvedendo alla coniazione della moneta commemorativa. (per il discorso dal balcone di casa mia aspetterei la fioritura dei gerani, se non vi spiace)

L’isola dei famosi (sesta puntata)

Come prima cosa vorrei tranquillizzare tutti i lettori. Sì, Antonio Zequila c’ha provato più volte anche con me, ma pare che al momento ci abbia già provato anche col dominicano alla guida di “Bravo 1” e con la signora Primicerio, per cui il fatto non costituisce notizia. Passiamo al primo mistero della serata: il vestito di Simona Ventura. Lei ha specificato che le è costato un sacco di soldi. Simò, un consiglio amichevole: fatteli ridare indietro. Per chi se lo fosse perso, l’abito era infatti così strutturato: collo, maniche e spalline ricavate dal vestito da reginetta del liceo di Rita Levi Montalcini. Dal decolté in giù il mistero è fitto. Qualcuno insinua che sia rimasta troppo a lungo nella capsula con le fasce snellenti del Dibi Center e non abbia fatto in tempo a cambiarsi per la diretta, per cui le hanno impaiettato ‘ste bende alla buona, ma la fonte non è certissima. Ma andiamo avanti perché la serata è stata ricca di colpi di scena. Arianna David, lucida come sempre, ha dichiarato alle compagne d’avventura: “La Elmi poverina, è in sfida con noi che siamo giovani e abbiamo tutta la carriera davanti.” Certo. Per chi non lo sapesse, la David è appunto una delle candidate alla prossima conduzione di Ballarò. Ma stasera non è stata questa la dichiarazione più inquietante della David, bensì: “Ho deciso che da questo momento non ingoierò più rospi”. Considerato che erano rimasti la sua ultima fonte di nutrimento e che pesa, per sua ammissione, 46 chili e mezzo, suppongo si renderà necessario l’ausilio delle flebo. Ad ogni modo, al suo “Ti amo”, il marito in studio ha risposto “Grazie”, per cui povera donna, dopo averle detto di tutto, oggi ha tutta la mia solidarietà femminile. Scontata l’uscita di Daniele Interrante. Dopo il ritiro di Albano era rimasto vacante il posto da stronzo e lui ha pensato bene di occuparlo al volo. Nelle ultime settimane infatti è uscita fuori tutta la sua trascinante simpatia. Tanto per fare un esempio illuminante, parlando del ballottaggio con Idris, aveva lanciato agli italiani il seguente appello”: “Per il fine del programma è più interessante che stia dentro io che lui”. E certo. Se non altro per fini culturali. Dopo che ci ha ricordato che “gli etruschi spostavano tronchi sul Nilo”, sarebbe stato bene vederlo più a lungo nella Repubblica Dominicana integrarsi con i Maori. Per fortuna, come ci ha ricordato la Ventura, l’esperienza l’ha fatto crescere e maturare. Il ragazzo s’è ridimensionato parecchio, e il suo discorso di commiato ne è la prova lampante: “L’eccesso di popolarità e successo mi aveva fatto dimenticare le cose importanti della vita. Il vero Daniele è un altro, ha tutta l’umiltà per fare questo lavoro e ora che torno in Italia voglio fare di tutto e di più. Sapevo di non vincere, sono troppo forte come immagine e come impatto. Se mi sono comportato da arrogante talvolta è perché ero in condizioni psichiche non buone.” Credo che il discorso del Fuhrer alla nazione avesse dei toni leggermente più modesti. Infine, non posso non ricordare il momento pasoliniano della serata. Costantino, parlando di Interrante : “Lui è uno vero!” Daniele Interrante: “Per forza Costantino. Le strade dove bazzicavamo noi se sbagliavamo venivamo mangiati!”. Ma dove sono cresciuti ‘sti due? A Little Italy? E se è così, possibile che i Gambino abbiano fatto fuori mezzo quartiere tranne questi due stronzi? Al suo arrivo in studio, Manuel Casella ha fatto fuoco e fiamme. Il ragazzo ha, nell’ordine: ringraziato la produzione per l’opportunità avuta, detto grazie alla Parietti, detto grazie ad Antonella Elia, detto che Interrante non ha ordito nessun complotto, che Amanda è magnifica, che Simona è bellissima, che Donato Bilancia tutto sommato è un gran compagnone e che Bin Laden porello fa così perché i compagnucci lo picchiavano all’asilo. La Ventura ha poi domandato ai genitori se sono felici della sua storia con Amanda.

Il padre, con palese entusiasmo, ha replicato : “Sì, quello che decide Manuel per noi va bene.” Va detto che tale frase, assieme a “Se piace a te piace a tutti” e “ La cosa più importante è la tua felicità”, ha notoriamente il seguente sottotesto: “Imbecille datte ‘na svegliata e molla quella ciofeca.” Dimenticavo una perla della Ventura: “Ecco gli amici di Manuel Casella, i casellanti!” Sulla new entry Antonio Zequila, c’è poco da aggiungere. Cristina Quaranta, con la sua proverbiale diplomazia, l’ha meravigliosamente definito “provolone sfigato”. Del resto, il tizio racconta di aver avuto flirt con la Marini, Simona Tagli, Carmen Di Pietro, Sonia Cassiani e Adriana Volpe per cui è evidente che quando cerca compagnia femminile fa i casting a Yale. Ha dichiarato inoltre : “Sono venuto per fare una sfida con me stesso”. Ora io dico, se ‘st’omo desiderava così intensamente mettersi alla prova, non poteva passare un bel pomeriggio da Ikea e montarsi da solo una libreria Billy? Quelle sono sfide. Veniamo ora al momento Carrisi. La Ventura annuncia l’ ingresso di Albano con una frase grazie alla quale si aggiudica a pieno titolo il premio “gaffes del millennio”: “Su di lui s’è detto di tutto, c’è la valanga del Mississippi”. A parte che se c’è la valanga del Mississippi temo fortemente l’esondazione del Cervino, l’ipotesi più accreditata sul mistero della scomparsa di Ylenia è notoriamente, quella che si sia suicidata buttandosi nel Mississipi. L’ha poi definito “MIDIAMEN” aggiungendo una settantina di volte che è un grande uomo e soprattutto un grande artista, per cui se da domani non vedo la Ventura con l’accendino e il cappellino “Tenute Albano Carrisi” a tutti i suoi concerti a Roccasecca, è una cazzara. Albano s’è presentato in studio con i mocassini col rialzo modello premier. Parlando del suo ritiro dall’isola, ci ha tenuto a chiarire che questa è l’unica volta che ha interrotto qualcosa, per cui la sua tesi secondo la quale la Lecciso l’avrebbe “incastrato con i figli” è crollata in un attimo. (e chi vuole capire capisca) Poi alla Ventura che lo incalzava con domande intime, ha risposto un categorico: “Di Loredana non voglio più parlare”. La conduttrice, alla quale ovviamente è venuto un microinfarto, dice che è felice di questa scelta perché lui deve difendere i figli e i figli sono un patrimonio comune, per cui tanto per ribadire il concetto che i figli vanno protetti dalle chiacchiere sui genitori, domanda con delicatezza: “Che madre è Loredana?” Segue scena pietosa con Albano che canta in diretta Tanti auguri ad Albano Junior e in quel momento lo squallore ha toccato dei picchi registrati perfino dal sismografo della Ferdinando Valley. Infine, Albano costringe tutti a leccare la torta di Albano junior dal suo dito e dà il benvenuto a Zequila gridando: “Ma sì, lo dico sempre io! Largo ai giovani!”, ignorando il fatto che Zequila bazzica nell’ambiente da ottantacinque anni circa e che con ogni probabilità c’ha provato con Romina Power ai tempi del liceo. Comunque la palma della volpe della serata va senz’altro allo psicologo-opinionista il quale dopo aver osservato con attenzione Antonio Zequila, ha affermato con un certo piglio : “Il ragazzo dovrà giocarsi la carta della simpatia”. Peccato non gli abbiano più dato la parola perché avrei voluto sentirgli dire che Ferrini deve giocarsi quella della virilità. Chiudo con le immancabili perle della serata. La signora Primicerio: “La Del Santo ha la puzza sotto il naso. E’ stata l’unica a non rivoltarci la parola.” Simona Ventura: “Sarà colpa della fuoriuscita di Albano!”. Ora, il leone delle Puglie sarà anche simpatico come una scarica intestinale, ma adesso non esageriamo, suvvia.

Manco se fosse l’unico uomo su un’isola…

Ebbene sì. Come mi fa notare l’amico Sergio Fabi, su internet girano le prove fotografiche del mio incontro col provolone sfigato… Guardate con quale entusiasmo lasciavo il mio numero ad Antonio Zequila. (credo gli abbia risposto un mio caro cugino campione di wrestling) Altre trash-immagini qui.

Pettegulezzus interruptus

Il pettegulezzus interruptus di questa settimana é: “Dicono che una signora della politica presti molte attenzioni a un uomo con la salute di ferro. Dicono.” Datemi una mano a risolvere il quesito, vi supplico.

Parole sante

E’ da tempo che vorrei commentare una buona parte dei commentatori di questo blog, ma tale Yoni, tra i commenti di questo blog, ha già scritto TUTTO quello che avrei voluto scrivere io. A lui la parola: “Eh ma che ansia…se scrive sulla Talpa non va bene, se non ne scrive non va bene, se va in tv dopo averne scritto è una venduta, se va in tv senza averne scritto “ce lo potevi dire, però mi sei sembrata sciapa senza mordente”, se non va in tv “Selvaggia, perchè non vai in tv a dire come la pensi?”…che deve fà ‘sta donna?? Quanto la pagano, deve farsi pagare, non deve prendere soldi, fossi in lei mi farei pagare di più…vorreste esserci voi per caso al suo posto? Scrive sui reality e non va bene, scrive sui film (peraltro l’articolo è meraviglioso) e non va bene perchè non scrive abbastanza sui reality di cui però ha già scritto troppo ma forse dovrebbe scrivere di più, pubblica troppi libri che però poi ad un esame attento sono troppo pochi…cheppppalleeee! Che ci frega di quanto la pagano? Siamo i suoi commercialisti? Davvero davvero a noi non è mai successo di salutare tutti soavi una persona di cui dieci minuti (a volte anche secondi) prima avevamo detto “è un coglione?” (a me capita a volte col mio capo, non so a voi). Pensiamo davvero che il resto dei personaggi che appare in tv sia immune dal dire e fare due cose diverse? E la tv la guardiamo lo stesso, anzi a volte ci beviamo anche le promesse elettorali di tali personaggi e poi alla fine li votiamo lo stesso, anche se hanno detto una cosa e poi ne hanno fatta un’altra…per cui scusate ma veramente questa acredine nei confronti di Selvaggia davvero non la comprendo. Se non va bene quello che fa, perchè siete sempre qui?”

Meglio Satana

Venerdì ero decisa a passare una serata tranquilla e rilassante, per cui dopo aver vagliato una serie di ipotesi tra le quali fare la maglia, costruire un galeone con gli stuzzicadenti e sfidare a shangai mia suocera, ho optato per il cinema romantico: sono andata a vedere “L’esorcismo di Emily Rose”. E’ la storia di tale Emily, una tranquilla ragazza di provincia la cui vita viene improvvisamente sconvolta da un terrificante fenomeno di possessione e da un tentativo di esorcismo che la porterà alla morte. Insomma, una storia di fede, dell’eterna lotta tra il bene e il male, tra Dio e Lucifero. Vi do una notizia in anteprima: pare che sia già pronto il sequel di “L’esorcismo di Emily” e si intitolerà “L’esorcismo di Emilio”. Sarà sempre una storia di Fede, ma questa volta vedrà protagonista un uomo come tanti che d’un tratto viene posseduto dallo spirito del premier. Scioccante la scena in cui il demone di Fassino gli si para davanti e il pover’uomo afferma atterrito e perplesso: “Hanno rubato di nuovo L’urlo di Munch?”. Signori, non so se l’avete capito, ma qui si fa gli spiritosi e si butta giù una recensione all’unico scopo di “esorcizzare” la smaltita. Sì perché è inutile girarci intorno o fare i razionali della situazione: per riassumere il concetto con un’espressione delicata e intrisa di soffuso lirismo “il film fa letteralmente cagare sotto dalla paura”. La riprova sta nel fatto che in sala c’era una massiccia presenza del peggior incubo di ogni cinefilo, ovvero “la comitiva di adolescenti cazzaroni con tanto di capobranco brufoloso e spiritoso a tutti i costi”, ma dopo trenta secondi netti dall’inizio del film i cazzaroni si erano trasformati in composti discepoli di Buddha durante la cerimonia del tè. Vado ad analizzare le scene topiche del film. (quelle che ho visto perché per metà film circa ho fissato la targhetta fila-sette posto-quindici fischiettando rumorosamente). I genitori di Emily chiamano il parroco perché sono un tantino preoccupati per una delle tre giovani figlie. Il prete sale al piano superiore dove si trovano le camere e inizia l’esorcismo su quella minore che trova in uno stato confusionale: fissa inebetita e con la pupilla dilatata “Amici” di Maria De Filippi. La ragazzina comincia ad insultare l’uomo di chiesa con una serie di immonde frasi quali: “Che Kledy possa traghettarti all’inferno in fuseaux!” “Che tu possa essere stuprato da Fioretta Mari mentre Leonardo Fumarola ti tiene per le braccia!”. A quel punto il padre fa notare al sacerdote che sta effettuando l’esorcismo sulla figlia sbagliata. Quella posseduta è un’altra. Il prete replica che quella che cammina sulle pareti come un geco, effettua la rotazione completa della testa e vomita locuste è un caso più semplice. Dopo una serie di disguidi ed equivoci il prete pratica l’esorcismo anche sulla maggiore ma fallisce miseramente. Spenderei due parole per questo povero parroco perchè, diciamoci la verità, a quest’uomo gli ha detto proprio male: solitamente la mansione più impegnativa per un parroco di provincia è organizzare la tombola natalizia e questo s’è ritrovato tra le mani una diciannovenne posseduta non da uno ma da sei demoni incazzati neri. A questo punto della storia il film si sposta in un’ aula di tribunale in cui si scontrano le tesi, atee, dell’accusa e quelle teologiche della difesa. In pratica, secondo l’accusa, Emily soffriva di disturbi neurologici e necessitava dunque di cure mediche, non di esorcismi, per cui il parroco è responsabile della morte della ragazza. Secondo la difesa invece, Emily era posseduta da forze oscure e i farmaci non solo erano stati inutili ma addirittura dannosi perché le avevano “addormentato il cervello” e impedito dunque quello shock psicologico che è l’ingrediente fondamentale di un buon esorcismo. Per questa ragione il sacerdote è innocente e comunque, come fa notare la difesa, se proprio dobbiamo parlare di preti dalla condotta discutibile, Don Mazzi quest’anno è andato al compleanno di Lele Mora per cui a quel punto diamogli la sedia elettrica. Ora, sarò sincera. Siccome io avevo una gran voglia di liquidare il film con un tranquillizzante “tutte stronzate!” (se non altro per dormire la notte), avevo realmente, sinceramente voglia di lasciarmi convincere dalle tesi atee. Credetemi, ero proprio ben disposta. Il problema è che le tesi dell’accusa erano convincenti quanto Bettarini in veste di conduttore. Ecco, tanto per farvi un esempio, la spiegazione razionale che dà l’avvocato dei suoni sinistri usciti dalla bocca di Emily durante l’esorcismo: “Emily posseduta? Ah ah ah. Sciocchezze da idioti superstiziosi! Emily riesce a parlare contemporaneamente con due voci diverse perché utilizza la nota e diffusissima tecnica dei monaci tibetani che, come insegnano ai corsi Radio Elettra, consiste nell’attivare le false corde vocali situate al di sopra di quelle vere.” Sono certa che anche voi l’avrete adottata spesso per cantare “Felicità” sotto la doccia riproducendo contemporaneamente le voci di Albano e Romina. Ecco invece la spiegazione razionale (sempre ad opera di quella volpe dell’avvocato) dell’improvvisa e sorprendente metamorfosi di Emily, durante gli esorcismi, da burina ragazzotta di campagna a illustre e raffinata poliglotta: “Emily riesce a sfanculare prete, genitori e sorelle in cinque lingue diverse compreso l’aramaico, la lingua dei Maori e il sardo della Canails, per il semplice fatto che ha frequentato alcuni corsi facoltativi a catechismo.” Ora, io a catechismo non sono andata più in là del “Padre nostro” a memoria per giunta con seri tentennamenti all’altezza di “venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” e questa tizia dice “figlio di puttana” in aramaico? Ma passiamo ora a descrivere l’avvocatessa incaricata di difendere il sacerdote perché è un tipo alquanto bizzarro.

Intanto vabbè, l’attrice, Laura Linney, è la stessa che interpretò il ruolo di “sceriffa” nell’inquietante film “The Mothman Prophecies” con Richard Gere, per cui direi che vista la predilezione della tizia per ruoli in cui la paura la fa da padrona le suggerirei di fare domanda per diventare la truccatrice personale di Anna La Rosa. Il suo ruolo, va detto, è scritto mirabilmente e con un approfondimento psicologico del personaggio che non si vedeva dai tempi di Mirko in “Kiss me Licia”. Se stentate a credermi, eccovi la descrizione di una sua reazione-tipo nel film: il prete la invita a stare attenta perché se decide di impelagarsi con ‘sto processo, le forze oscure se la prenderanno anche con lei. Lei ribatte che sì, una ragazza è morta in seguito a strani fenomeni quali psicocinesi, levitazione e fiamme alte tre metri dalle orecchie, ma se proprio vogliamo parlare di fenomeni inspiegabilii, a casa sua il segnale di Sky va e viene da mesi, per cui di stranezze ne capitano tutti i giorni. L’avvocatessa, che ovviamente vive da sola, gira quindi i tacchi, va a casa e si mette tranquillamente a dormire. Alle tre di notte il piccolo registratore contenente il nastro con inciso l’esorcismo ad Emily si accende. Da solo. Ora , voi cosa credete che faccia la nostra avvocatessa? Si lancia dalla finestra col pigiama di Intimissimi e piomba su una Lupo parcheggiata lì sotto? Lancia un urlo che si risveglia pure Yeats nel piccolo cimitero irlandese di Drumcliffe? Si fissa lo chignon col crocifisso? Alza il telefono e chiama la madre, la polizia o il vicino di casa? No, niente di tutto questo. Lei guarda il cordless con l’aria serafica di chi pensa “Quasi quasi visto che ormai sono sveglia chiamo il 4856 e mi scarico la suoneria di “Un medico in famiglia” e le foto più belle di Annuccia.”, poi spegne il registratore e si rimette a dormire. Senza neanche accendere la luce. Una reazione classica, prevedibile, di quelle che avremmo un po’ tutti, suvvia. Nel film accade poi un fatto inspiegabile: l’avvocatessa, a casa sua, di notte, è biondo platino. Di giorno, in aula, è castana con le meches. Due le possibili spiegazioni: a) all’inizio il film non prevedeva che i demoni le andassero a fare delle visitine a casa. Una volta montato il film, dunque mesi dopo, il regista ha pensato che una spruzzatina qua e là di manifestazioni demoniache in più avrebbero aggiunto suspence, per cui ha chiesto alla nostra attrice di girare delle scene supplementari. La nostra attrice era reduce da due mesi di mare a Gabicce ma il parrucchiere non c’ha fatto caso. b) è già tanto che fosse solo biondo platino. Se il diavolo viene a far visita a me di notte prendo il colore di Enzo Paolo Turchi dopo uno shampoo con LegnoVivo. Come avrete capito dal riassunto della trama, la vita di Emily non è esattamente quella di Julia Roberts. Le dice parecchia sfiga, è innegabile.

Però signore mie, ha un fidanzato, Jason, di quelli che noi tutte ce li sogniamo la notte. Se mio marito mi vede sciupata o leggermente di malumore s’attacca alla Playstation e la frase più appassionata che mi rivolge è : “Io ‘sta moquette la leverei che non è manco igienica”. Jason, nonostante lei, da dolce ed esile ragazzetta qual era, assuma a rotazione le sembianze di un ippogrifo, di un ippogrifo con la voce di Raffaello Tonon, di un ippogrifo con la faccia di Anselma Dell’Olio incazzata e con le stimmate, rimane con lei fino alla fine. Mi sa che una fa prima a imbattersi in Satana che in un uomo così. Un’ultima considerazione. Il regista è assolutamente sicuro che siccome il film convince che il diavolo esiste, uno finirà per non dormirci la notte. In realtà uno non dorme la notte perché si convince che la Madonna esiste ed ha modi e sembianze della Madonna che appare alla povera Emily. Dopo mesi di possessione infatti, alla sfortunata ragazza si para davanti la Madonna in persona, la quale, arrivando nella fascia preserale, è lì in versione “Affari tuoi” con due pacchi, ovvero con un’allettante alternativa per Emily: “Vuoi raggiungermi in Paradiso o preferisci continuare la sofferenza fino alla fine cosicché la gente sappia che se esiste il suo contrario è vero che Dio esiste?” In pratica la proposta è di quelle irresistibili: voi morì subito o voi morì tra dopo atroci sofferenze? Emily opta per le atroci sofferenze a seguito delle quali arriverà, finalmente, la morte. Del resto c’è da capirla: se quella è la misericordia della Madonna, una preferisce andare a prendersi una granita con Satana. p.s. Mentre scrivevo questo pezzo è andata via la luce. Inutile dirvi che ho ripescato in un vecchio cassetto la Madonnina in plastica con l’acqua di Lourdes regalo della zia suora e il rosario luminescente. Amen.