Navigate / search

The fan (seconda puntata)

Prosegue la classificazione della specie “Fan”. (chi avesse perso la prima puntata può trovarla qui: http://www.selvaggialucarelli.it/diario/2006/10/the_fan.html) – La specie “Chi?”. Appartengono a questa specie solo ed esclusivamente mariti intorno alla cinquantina rei di non guardare la televisione e di essere coniugati con signore che quando escono a fare la spesa registrano “Tempesta d’amore”, “Pronto Elisir”, “Donnavventura” e qualsiasi ciofeca sia in programmazione in quel momento. La scena è più o meno sempre questa: la moglie, mentre il marito è intento a tastare i meloni per scegliere il più maturo, adocchia il vip di turno che è in fila per pagare un chilo di mele, si eccita come un babbuino in amore e comincia a dare vistose gomitate al marito. Il marito la guarda senza capire se il suo sia un tic nervoso o un effetto della menopausa. La moglie comincia a innervosirsi e in preda all’eccitazione comincia a dire cose del tipo: “Ma come, è lei, non la riconosci? Leeiiii! Proprio leiiii! Hai capito chi? ”. Il marito cerca di fare mente locale. In un attimo gli scorrono davanti tutte le facce che ha visto nell’ultima trasmissione che ha guardato di recente, “Portobello”, ma quella signorina in fila non gli dice proprio niente. A quel punto la moglie si imbufalisce. Nel migliore dei casi la scena finisce con la moglie che percuote il marito affranto con un un’ ananas di tre chili gridando come un’indemoniata: “Pezzo di cretino, era la valletta del Pranzo è servito nell’ ‘84, ma tanto per te il mondo potrebbe finire domani e neanche te ne accorgeresti!” – La specie “bulldozer” . E’ la specie di fan più temuta dalla sottoscritta. Testardi e dotati di un tempismo eccezionale, questi individui ti si parano davanti nei momenti meno opportuni e anche se ti vedono presa da cose da poco, tipo salvare tuo figlio che è stato appena risucchiato dalle rapide di un fiume, loro, imperterriti, reclamano l’autografo. E se tu, alla richiesta di fare una foto insieme, con l’acqua ormai alla gola ti azzardi a bofonchiare, incazzata come una biscia: “No dico, le sembra il momento?”, loro rispondono serafici: “In effetti il momento migliore per la luce è il tramonto ma va bene anche adesso!” La specie “visto che è tanto gentile…” Gli appartenenti a questa specie sono particolarmente temibili perché hanno sempre un’aria mite e rassicurante. Trattasi quasi sempre di spilungoni inoffensivi con un accenno di gobba o di donnine minute somiglianti a Rose Mary Altea che emanano l’inconfondibile profumo dei biscotti fatti in casa. Questi soggetti esordiscono chiedendoti gentilmente autografo e foto di rito per poi passare a complimenti incredibilmente lusinghieri e per finire col formulare una domandina semplice semplice: “Scusi, visto che lei è tanto gentile, non è che le posso chiedere un favorino?” . Quello denominato “favorino” è generalmente una richiesta modesta del genere: “Ha mica una sigaretta in più?” che fa da apripista a richieste leggermente più pretenziose quali: “Grazie per la Marlboro rossa, già che c’è non è che si accollerebbe anche il mutuo trentennale di mio nipote?” o anche: “Grazie per il chewingam al lampone, visto che è tanto gentile non è che il lunedì e il venerdì verrebbe nella mia casetta sul Monviso a cambiare l’agocannula del catetere a mio marito? L’ultimo tratto di strada si percorre scalando a mani nude la parete ovest ma che panorama!” La specie “timido in gruppo” Specie pericolosissima i cui esemplari vivono e si riproducono esclusivamente in comitive formate da almeno trenta elementi sotto i sedici anni. L’esemplare a cui mi riferisco è un ragazzetto timido, impacciato, in piena fase adolescenziale che è stato crudelmente eletto “zimbello del gruppo”. La Arcuri di turno è lì al bar che prende una coppetta di gelato alla fragola per lei e sei coni al cioccolato per i fidanzati. Il capo comitiva, spalleggiato dagli altri gradassi del gruppo, comincia a urlare frasi del tipo: “Manuelaaaaa! Qui c’è uno che vuole un autografoooo altrimenti si butta nel Tevere con una copia di “Tre metri sopra il cielo” legata al collo!”. Manuela gentilmente si avvicina al gruppo, la comitiva si apre come il Mar Rosso davanti a Mosè e lo zimbello si ritrova faccia a faccia con Manuelona. Il poveretto è pietrificato. Balbetta. Gli comincia a colare il gel sulla fronte. Manuela gli fa l’autografo sullo zainetto Invicta e si avvicina per stampargli un casto bacetto sulla guancia. Lo zimbello assume tutte le tonalità del viola compresi lilla, magenta e violetto di Parma. Allo schioccare del bacio succede il finimondo. La comitiva esplode. Scattano, nell’ordine: a) rozzo turpiloquio b) schiaffoni sulla nuca dello zimbello. c) cori da stadio in cui Manuela viene accostata a tutto quello che fa rima con “ricotta”, “savana” e “salamoia”. La specie “Habemus vip!” E’ domenica mattina. Ti sei appena svegliata e senza neanche lavarti la faccia sei scesa sotto casa per fare il tour delle aiuole di zona col tuo cane. Un’allegra famigliola composta generalmente da madre con la stazza della Moby Prince , padre vestito con look domenicale, ovvero tuta e mocassino di pelle nera lucida e una nidiata di sette-otto figli ti si avvicina timidamente. Tu sei già lì che inorridisci al pensiero che un giorno qualcuno esporrà in salotto una foto in cui sorridi incurante della felpa Nike, il pantalone di ciniglia Yamamay e le pantofole a elefante con tanto di proboscide che indossi. E invece loro, educatissimi, ti fanno i complimenti e porgendoti un fagottino bianco da cui spunta una testina pelata, ti chiedono di toccare il figlio più piccolo manco fossi papa Ratzinger. Tu sei già entrato nel ruolo, guardi il fagottino con aria ispirata e farfugli qualcosa del tipo “Che nostro signore lo faccia campare quanto Mike Bongiorno!”. Poi col cane al guinzaglio saluti la famiglia dando la benedizione a tutti con la paletta igienica. La specie “telematica” Dicesi fan telematico colui che ti manda una a caso tra le seguenti mail: a) Cara Selvaggia, di solito non scrivo alle persone famose perché non mi piacciono quelli che ritengono che uno solo perché è andato in tv sia un eroe o ne sappia più dei comuni mortali. Spero però che non ti dispiaccia se ti chiedo un piccolo consiglio: il mio fidanzato ha una malattia degenerativa che lo porterà nel giro di qualche anno alla morte solo che io sono innamorata di suo padre con cui ho consumato un torbido amplesso tra padelle e pappagalli in uno sgabuzzino. Considerato che il mio moroso rimarrà lucido fino alla fine, mi suggeriresti le parole giuste per spiegargli questa situazione un po’ così? b) Cara Selvaggia, sei bellissima. Per me sei l’ottava meraviglia del mondo. Se dovessi far saltare in aria una cosa a scelta tra la cappella Sistina e un tuo scarabocchio sull’elenco telefonico, ti giuro che io imbottirei di tritolo la cappella Sistina. IO NON GLI RISPONDO. E-mail successiva: “Brutta stronza , non rispondi? Fai schifo, hai sempre fatto schifo, che Dio ti maledica ! Che tu possa bruciare tra le fiamme dell’inferno maledetta sgualdrina!” c) Cara Selvaggia, ti ammiro molto perché sai scrivere in maniera ironica e spiritosa. Però mia cara Selvaggina, hai trovato pane per i tuoi denti! Eh già, colui che ti sta scrivendo è un eccelso autore comico e anzi, se avessi mai bisogno di una mano, non esitare a chiedermi aiuto per la stesura di testi brillanti. Ti lascio con una delle mie impareggiabili freddure: “Lo sai come abbia il cane del presentatore più famoso? BAUdo BAUdo BAUdo!”. d) Cara Selvaggia, ho preso tre lauree a Oxford e attualmente risiedo presso Silicon Valley dove sto ultimando delle ricerche sulle applicazioni della telematica alla cucina esotica col wok. Sento che tra noi ci sono fortissime affinità spirituali che una persona cerebrale come me avverte anche a distanza. Non è che mi manderesti una tua foto in perizoma mentre ti fai leccare l’alluce sinistro da un signore anziano con il tuo reggiseno legato in testa? La specie “ristoratore” Appartiene a questa specie il ristoratore che ti chiede la foto al ristorante sotto la testa del pescespada. Ci sono però delle interessanti varianti. C’è un ristorante a Mazara del Vallo in cui c’è la seguente foto della sottoscritta piazzata in bella vista sopra la cassa : io che sollevo e mostro fiera ai clienti un polpo agonizzante di sei etti sorridendo come se stringesse tra le mani il Leone d’oro. (seguirà terza puntata)

Domenica bestiale

Notizia Ansa di domenica 15 ottobre h 18,45: Viste le caratteristiche e la levatura degli ospiti dei salotti domenicali di Massimo Giletti e di Paola Perego appena andati in onda (Antonio Zequila, Rocco Casalino, Alessandra Mussolini, Domiziana Giordano, Marina Ripa di Meana, Alessandro Rostagno e Vittorio Sgarbi), sono in grado di anticiparvi che sono già stati contattati, per la prossima domenica : Mike Tyson, un cane killer fuori per l’indulto, Marilyn Manson, Donato Bilancia, una vasca di orche assassine, lo spirito di Slobodan Milosevic e Bernardo Provenzano. Era stata contattata anche una tartaruga azzannatrice assai nota in Florida per aver preso parte a due tele-risse con Eminem, ma pare che la testuggine abbia declinato l’invito per la paura che con la scusa di spennellarle di cipria il guscio lucido sotto i riflettori, le facciano un test di gravidanza a sua insaputa. p.s. Per un attimo, solo per un attimo, oggi ho temuto che durante l’intervista di Costanzo a Richard Gere, dopo le raccomandazioni di Costanzo al pubblico di andare a vedere il film di Richard, si passasse a quelle di Richard al pubblico di comprare il nuovo libro di Costanzo. Non è accaduto, per fortuna.

L’isola dei famosi 4 (quinta puntata)

Allora. Prima di cominciare, a chi si fosse perso la puntata di ieri, do subito la ferale notizia: la madre della Giordano, ieri, non c’era. Tuttavia non crediate che non sia stata invitata dalla Ventura, la ragione è molto più semplice di quel che sembra: aveva una serata con Francesco Arca e i Centocelle Nightmare a Battipaglia. C’è da dire che la puntata ieri era cominciata davvero bene. La Ventura ha fatto il suo ingresso in mezzo alla consueta cornice di fulmini e saette ma questa volta, anziché citare una massima di Flavia Vento come al solito, s’è buttata su Dante (anche se leggermente rivisitato): “Fatti non foste a viver come bruti…”. A chi le ha chiesto il perché di questa scelta, ha risposto che le sembrava giusto fare un omaggio al più grande esponente della letteratura italiana di tutti i tempi, Alfonso Signorini. Insomma, quando il telespettatore medio si era ormai illuso che fosse una puntata all’insegna della sobrietà, la conduttrice veniva posseduta dallo spirito dell’unno di fronte all’esercito visigota e cominciava a urlare frasi prive di alcun senso tipo: “Guai a vinti/ guitti/ Monica Vitti!”, non s’è capito bene, e : “Fuori i secondiiiiii!!!” insinuando nello telespettatore il dubbio che dietro le quinte ci fosse Domenico Zambelli con un carrello di bolliti e arrosti misti pronto a fare il suo ingresso in studio per imboccarla. Sul vestito non ci soffermeremo ma la sensazione è che Dolce e Gabbana abbiano preso l’abitudine di appiopparle gli scarti della manicurista di Ivana Trump. Dunque, oggi ho uno scoop succulento per voi lettori. Una ragazza del pubblico presente ieri sera in studio ha raccolto un foglio della scaletta scivolato per terra alla conduttrice durante la puntata e me l’ha mandato via fax. Ve lo riporto qui di seguito in modo che anche chi non ha visto la puntata possa avere un’idea precisa dei principali accadimenti della serata: h 21-21,15 saluti a Massimo Ceccherini h 21,15-21,25 chiedere a Ceccherini se ha digerito bene h 21,25-21,35 domandare a Ceccherini se secondo lui la crisi dei Balcani è definitivamente risolta. h 21,35-21,44 chiedere a Ceccherini se la coda di cavallo mi dona h 21, 44- 22,00 chiedere a Ceccherini se preferisce il cioccolato fondente o quello al latte. Se pensate che la puntata sia stata leggermente monotematica sappiate che comunque vi sbagliate di grosso. Sono successe molte altre cose: Ceccherini ha fatto qualche lieve ed elegante battuta sul pesce di Carlo Conti, sulle tette della Tagli, su quella gran passera della Santarelli, sulla Pierelli che non gliela dà, su Calvani che invece vorrebbe, sugli assorbenti, sui preservativi alla fragola e mancava solo che accennasse a sue fantasie di sodomia spinta con la signora Napolitano e il buon gusto era a posto. Se però vi siete convinti del fatto che si sia parlato solo di Ceccherini, vi avverto, siete fuori strada. Il filmato sui due nominati della serata, Maurizia Cacciatori e Massimo Ceccherini, è stato assolutamente imparziale: Ceccherini parlava di sé e Maurizia Cacciatori di quanto è simpatico e bravo a pescare Ceccherini. Anche le sorprese ai due nominati della serata erano decisamente simili: per la Cacciatori c’era in collegamento la madre con uno sfondo bianco alle spalle che la signora poteva essere tranquillamente nel tinello di casa sua o nel corridoio del reparto urologia del Niguarda che tanto non si capiva. Lo scambio di battute più emozionante tra madre e figlia è stato: “Io sto impastando i dolcetti!”. “Ah. Io ho una fame!”. Per Ceccherini invece c’era in collegamento Carlo Conti dallo studio de L’Eredità con tanto di pubblico intorno e una ricciola da quindici chili tra le mani di Conti. Ora, perdonate la domanda agli autori, ma ecco, per quanto ancora dovremo sorbirci questi collegamenti all’insegna della goliardia becera tra toscani con la sindrome di Peter Pan? Se Ceccherini resta fino alla fine sono previsti anche i saluti spiritosi del Lotti, del Vanni e di altri compagni di merende o possiamo cambiare tema? Grazie. Se però siete convinti che qualcuno ieri sera tirasse acqua al mulino di Ceccherini beh, avete preso un granchio. Anzi. La Ventura ci ha tenuto a sottolineare che quello di ieri era un televoto mooooolto doloroso perché si sfidavano due grandi personaggi entrambi importantissimi per il programma. E certo. Ce la immaginiamo tutti la Ventura, due ore prima della diretta, dare un bacetto sulla fronte ai piccoli Giacomo e Nicolò e lasciarli con la raccomandazione: “Ora la mamma esce ma voi mi raccomando fate i bravi e continuate a mandare sms a quel numero che v’ha insegnato la mamma per cacciare la Cacciatori!”. Comunque alla fine, con grande sorpresa di tutti, è rimasto Ceccherini. Riguardo gli altri fatti e protagonisti della serata vanno assolutamente menzionati: -il look di Nicola Savino che aveva una pinzetta per le sopracciglia appuntata sul cravattino e un abito di un color bruciato lucido la cui tonalità era stata visto fino ad oggi solo sui drappi delle finestre di un bordello per marinai a Tangeri. (la titolare ama Savino comunque, sia chiaro) – La presenza tra gli opinionisti di Cesare Cadeo. Ok, l’assenza di Meluzzi aveva lasciato una poltrona vuota, quella del leccacculo, per cui abbiamo digerito le sue brillanti considerazioni sulle dinamiche dell’isola, ovvero :”Come sei bella stasera Simona!”, “Che fascino la mamma della Tommasi!”, “Simona Tagli ti voglio bene!” , “La Cacciatori è una donna meravigliosa!. E vabbè. Ora però qualcuno spiega alla Ventura che a “La grande notte” Cadeo lo tengono lì per prenderlo per il culo e basta, e che non è in corso una riabilitazione del personaggio? – L’assenza di Kris e Kris, di Padre Cionfoli e di Domiziana Giordano. In pratica questa è l’unica edizione di un reality in cui si ritirano concorrenti, riserve e pure gli ospiti in studio. – L’aberrante televendita della Ragno. Ora, va bene che questa era l’edizione azzeccata perché se hanno tirato fuori dalla naftalina la Occhiena e Den Harrow, figuriamoci se c’era qualcosa di strano nel ritirare fuori la maglieria Ragno. Però ecco, nonostante gli sforzi e la buona volontà, facciamo un po’ di fatica a immaginare la Ventura con la canottiera ragno sotto il tigrato Dolce e Gabbana. – Paolo Brosio. Interessante notare come si ostini a ricordare che lì c’è il 98 per cento d’umidità e si presenti imperterrito con la t-shirt a maniche lunghe. La notizia è che il brillante inviato s’è fatto male al braccio scivolando sul pavimento perché, ci ha tenuto a sottolinearlo per la decima volta, “lui si alza alle cinque del mattino per vedere i filmati, dunque è stanco.”. A parte il fatto che se uno è stanco perché la mattina si alza tra palme e mare cristallino per poggiare le sue nobili chiappe su una sedia e vedere le avvincenti gesta di Sara Tommasi, uno che va in fonderia come dovrebbe sentirsi? E quante fratture multiple dovrebbe procurarsi al giorno? – Lo stato preoccupante di Alessandra Pierelli: ha otto chili in meno e se non le si leggesse il dimagrimento in faccia, sarebbe lecito pensare che lei otto chili se li può togliere di dosso anche solo sfilandosi dal collo una delle capezze d’oro che le ha regalato Costantino per l’anniversario di fidanzamento. La domanda d’obbligo è però un’altra: questa donna ha resistito due anni con Costantino e non resiste un mese senza cibo? Ma io se passo un mese con Costantino poi posso pure arruolarmi nelle teste di cuoio, figuriamoci se mi spaventa più qualcosa. – Simona Tagli. Prima di partire aveva dichiarato di non aver paura di nulla. Dopo mezza giornata di sole ha detto di aver preso un colpo di sole, di aver contratto la malaria, di temere la solitudine e, infine, di essere costretta a ritirarsi per la sua stessa sopravvivenza. Ma c’è di più. Alla Ventura che le dava appuntamento in studio la settimana prossima ha dichiarato con l’aria di chi sa cosa vuol dire vivere un dramma di quelli che segnano: “Parleremo degli aspetti psicologici di questa esperienza”. E quali ripercussioni psicologiche dovrebbe avere su Simona Tagli mezza giornata in una palafitta? Non riesce più a fare due giri di nodo all’elastico quando si fa la coda? – Simona Ventura, dopo aver citato Dante, se n’è uscita con vari esperimenti linguistici tipo: “Alcuni naufraghi vorrebbero razionalizzare il cibo per aspettare tempi migliori!” o: “Non abbiamo detto a Linda e Sergio che vivranno questa solitudine nella palafitta in due!” (Se la vivono in due che solitudine è?) o anche . “Sara, inneggia che tu, insomma, giustamente, un po’ di avances le hai fatte!” (?). – Raffello Balzo. Fatelo andar via di lì. E’ partito che era il sosia di Brad Pitt, ora ha la faccia del criceto sofferente. Sergio Vastano. Se la sua presenza lascerà traccia è un mistero, intanto la sua camicia e il paio di pantaloncini abbinati sono stati avvistati dalla capitaneria di porto di Gaeta. – Den Harrow . Parla come Vito Catozzo. Minaccia stragi e infanticidi e un attimo dopo piange come un vitello. L’abbiamo sentito dire “Io faccio saltare in aria due persone, le armi ce l’ho!” e un attimo dopo: “Amore, sei arrabbiata con me perché ho rubato il cestino della merenda agli operatori?” . Se questo, come dichiarato, è lo sceriffo dell’isola, il mio poliziotto di quartiere che mi passeggia sotto casa dalla mattina alla sera masticando Zigulì, è Van Damme. E comunque, il fatto che sfanculi tutti senza che nessuno lo nomini è la prova lampante che fa paura quanto una zucca ad Halloween. Fernanda Lessa. Aveva promesso che dopo l’isola sarebbe diventata zen, una persona migliore. E’ stata assolutamente di parola. Ieri sera ha rischiato di restituire Aceto alla sua passione pù grande: i cavalli. Stava infatti per appenderlo a un gancio come un quarto di puledro in una macelleria equina. Infine, tanto per dimostrare che è perfettamente lucida, ha affermato con fervore che “anche Gesù era un pastore!”. E come no. Ce lo ricordiamo tutti intento a raccontare la parabola del figliol prodigo mentre dà la paglia ai muli. Elena Santarelli: Qui ci sarebbe da scrivere un post a parte. A parte la memorabile raccomandazione della Ventura a Sara Tommasi: “Sara, i consigli della Santarelli vanno ascoltati perchè ricordati che è quella che ti ha preceduta nel calendario!!!, va detto che il coraggio della Santarelli nell’affermare che le donne dell’isola quest’anno hanno poca personalità è di quelli coraggiosi. E da che pulpito? No dico, ve la ricordate la Santarelli sull’isola? Piangeva pure se trovava un cocco dalla forma meno arrotondata del solito e parla? Linda Santaguida. Chi trova insignificante la nuova riserva dell’isola, rammenti il fatto che è un concorrente destinato a rimanere nella storia: credo sia l’unico “famoso” di cui non sa il nome manco la Ventura, che l’ha chiamata per ben due volte “Elena” e anche piuttosto convinta. Trattasi di un’altra schedina, ma con un valore aggiunto, questa volta: la Santaguida infatti ha l’innegabile merito di aver avuto un flirt anche con i tralicci dell’alta tensione, tant’è che per chi non lo sapesse non è solo la fidanzata dell’ex della Pierelli, Costantino ( particolare per cui sarebbe già opportuno ordinarne l’immediata fucilazione sulla battigia) , ma anche l’ex fidanzata dell’ex fidanzato di Sara Tommasi, l’imprenditore Gianluca Vacchi. Che trame sofisticate all’isola dei famosi, quest’anno.

Ho visto cose…

Andatevi a guardare LE FOTO dell’inaugurazione del ristorante di Aldo Montano. (cliccare su next in alto a destra per far scorrere la galleria. Sono due pagine in tutto.) La qualità degli scatti è quella che è, del resto immaginatevi la titolare con tacco 10 affondato nella ghiaietta assassina intenta a scattare foto ai personaggi più improbabili. Tra le perle della serata devo segnalare la presenza di Antonio Zequila, di Alvaro Vitali in compagnia di Dario Ballantini con la troupe di Striscia truccati da Vittorio Emanuele e consorte e di colei che di Vallettopoli è stata l’antesignana, Francesca D’Auria. Tra le altre cose viste nei miei 60 minuti netti di permanenza al party, il moralizzatore de “Le iene” che se va a moralizzare Aldo, alla Arcuri cosa cosa dovrebbe fare? Afferrarla per le extension e battezzarla con rito induista nelle acque del fiume Gange? C’erano anche Justine Mattera con vistoso cerotto sulla caviglia dovuto probabilmente a un morso di Floradora, l’ormai mitico Massimiliano Lazzari de “La vita in diretta” che come di consueto ha intervistato i numerosi ospiti sui temi più disparati: come va l’amore? L’amore tutto ok? Che ci dici dell’amore? E l’amore? La coppia Jessica Polski e Michel Altieri noti nell’ambiente per essere talmente schivi da apparire sullo sfondo con un cocktail alla fragola e due tartine al salmone anche nella foto in cui il boeing 767 si schianta sulla Torre Nord. L’annunciatrice di Rai Uno Janet De Nardis alla quale ho stretto la mano ammirata per lo smagliante sorriso che riesce a fare ogni qual volta la scaletta la obblighi a pronunciare il nome di Anna La Rosa. Angela Melillo con capezzolo in vista, Pamela Petrarolo, Valerio Staffelli per nulla attapirato, Marina Suma, Davide Ricci, Roberta Beta e, naturalmente, il padrone di casa Aldo Montano il quale ha ammesso che non è il momento più facile della sua vita. Gli ho confessato di averlo sospettato vedendo le televendite che s’è messo a fare con la D’Urso a Reality Circus in cui uno con cappuccio da tigre prende a frustate quattro sciampiste in jeans.

Bagordi

La titolare, stasera, si concede l’unico appuntamento mondano del 2006: l’inaugurazione del ristorante di Aldo Montano, lo “0586”. ( e vado volentieri perchè Aldo è una delle pochissime persone de “La fattoria” di cui conservo un buon ricordo). Seguirà cronaca sul blog, con tanto di foto scattate da me. Vi farò sapere se tra i piatti proposti dal menù c’è l’ “Arcuri flambè”. (visto che me l’avete chiesto in duecento, il ristorante di Aldo è in via Flaminia vecchia all’interno di Villa Brasini, zona Ponte Milvio) p.s. In tarda mattinata troverete anche il consueto commento sulla puntata dell’isola dei famosi, tranquilli.

Non stavo bene con me stessa

Tutti in fibrillazione per la puntata de “Le iene” di stasera in cui doveva andare in onda il servizio sul test anti-droga ai parlamentari. Dopo un’oretta Luca e o Paolo ci hanno spiegato che anche se il servizio non fosse stato bloccato dal garante per la privacy, loro non avrebbero comunque fatto i nomi di quelli fatti. Di quella rifatta, in compenso, il nome appariva sullo schermo a caratteri cubitali: Cristina Chiabiotto. A occhio e croce, una seconda abbondante. Povera ragazza. Capisco potesse sentirsi a disagio e insicura col suo uno e ottanta d’altezza, i capelli biondi, gli occhi azzurri, una fascia di Miss Italia nel curriculum, una vittoria a “Ballando con le stelle”, una decina di contratti da testimonial pubblicitario, un fidanzato come Fabio Fulco e una carriera tutta in discesa. Noi altre che per fortuna non abbiamo i suoi problemi, stanotte, prima di coricarci, pregheremo tutte la Madonna del Buoncammino perchè Cristina, ora, riesca finalmente ad accettarsi per quella che è. E smettiamola una volta per tutte di criticare chi ricorre con eccessiva facilità alla chirurgia estetica, che quando serve a risolvere casi disperati come labbra leporine, addomi penduli e Cristine Chiabotto, fa solo che del bene.

The fan

Oggi devo raccontarvi come è nata l’idea di questo post. Domenica ho trascorso mezza giornata al lago di Bracciano con marito e figlio al seguito. Tornata a casa, ho scaricato sul computer le foto fatte con la digitale e ne ho salvata una sul desktop. QUESTA. In un primo momento mi sembrava una foto normalissima. Cioè, normalissima fino a un certo punto visto che si tratta di una foto di mio figlio e Leon è talmente bello che la figlia di Brangelina in confronto è la ragazzina che esce dal pozzo in “The ring”. Dicevo. C’è un particolare in quella foto che ha ispirato il pezzo che sto per scrivere e cioè la presenza di un tizio sullo sfondo (esattamente sulla testa di mio figlio, di fianco ad una donna di spalle) che mentre scatto la foto a Leon, scatta una foto a me. Direte: “Vabbè, hai passato tre mesi a mungere capre con Francesco Arca, di che ti stupisci?”. Di nulla, infatti. E però fa un certo effetto pensare che fino a poco tempo fa quel tizio lì sullo sfondo avrebbe fotografato i cigni o il riflesso della luce sull’acqua e ora immortala me in tuta da ginnastica. Mi impressiona sempre un po’ pensare che gli effetti della polarità si insinuino in mezzo a pieghe banali come una foto di una domenica pomeriggio al lago. Sia chiaro. Non sono Britney Spears e la mia popolarità è gestibilissima. Ci tengo anche a specificare che la vivo bene come la vivono bene, credo, tutte quelle persone che la elaborano con un po’ di buon senso, ovvero quelle persone a cui la polarità regala uno straccio di autostima e non un ego spropositato. Ve la faccio breve. Scaricata la foto e notato il particolare, apro la mia posta elettronica per inviare la foto a un mio amico (sì, sono una madre scema e tronfia come tutte le madri sceme e tronfie di questo mondo) e guardo la posta ricevuta. Tra e-mail di senegalesi che mi cercano perché c’è una grossa eredità in Senegal che aspetta solo me e newsletter di viagra.com, ne ho trovato una di lodi tanto sperticate quanto inquietanti. L’autore della mail mi suggeriva di andare visitare questi link: UNO e DUE. Insomma, in base all’esperienza maturata in questi ultimi mesi grazie all’attenta osservazione delle masse, azzardo una classificazione vasta e dettagliata della specie “Fan”. Sappiate che il mio approccio alla materia è stato serissimo e meticoloso e per questo mi sono avvalsa del metodo empirico: in pratica io i fan li ho catturati con un retino, studiati a lungo e infine, lasciati essiccare come cardi mariani all’interno del volume che mi ha fatto da guida in questo lungo e travagliato percorso di ricerca scientifica: “Per avere Gregory”di Patrizia Pellegrino. Seppiatelo. Al bar, al supermercato, in spiaggia, voi pensate di guardare me come un Gronchi rosa sotto la lente d’ingrandimento, ma la verità è che mentre venite posseduti dallo spirito del Vip Watcher, sono io quella che studia e cataloga voi. Specie e sottospecie di fan presenti sul pianeta terra (in due puntate):La specie “John Cena” Tu sei lì che bevi un Campari al tavolino del bar conversando col tuo interlocutore sul perché Michele Santoro dedichi puntate intere alla disoccupazione giovanile nei bassifondi napoletani e poi LUI abbia deciso di offrire un posto di lavoro a quella scugnizza indigente di Beatrice Borromeo, dicevo, tu sei lì che chiacchieri beatamente quando un energumeno con fare disinvolto ti afferra per il braccio urlando il tuo nome a squarciagola e si lascia andare a confidenze tipo bottigliate, pugni sulle spalle e pacche sulla schiena che nei casi più fortunati provocano l’espettorazione del polmone sinistro. – La specie “Incredula” Appartengono a questa specie quei buffi individui che accorgendosi della presenza di un vip in un qualsiasi luogo che non sia il Billionaire o la casa di Malagò a Sabaudia, si avvicinano al malcapitato e con l’aria incredula dicono: “Noooo. Non è possibile. Che ci fa una come lei dentro un supermercato?” Io solitamente rispondo: “Signora, non ci crederà mai ma io non ammazzo maiali nella vasca da bagno per procurarmi del prosciutto crudo!”. – La specie “lontano parente” Il fan lontano parente si avvicina alla vittima designata col sorrisetto di chi la sa lunga e il fare amichevole e confidenziale di chi nella vita ha condiviso con te la morte dei genitori e le fatiche del parto. Di fronte all’evidente perplessità del vip il fan solitamente chiede stupito: “Ma come, non ti ricordi? Sono Pina!”. Il vip, rammaricato, farfuglia la frase jolly: “Sai, col lavoro che faccio ho a che fare tutti i giorni con persone diverse che poi non rivedo più!”, frase notoriamente pronunciata da sole due categorie: il vip in difficoltà e l’addetto alla vestizione della salma in obitorio. A quel punto il lontano parente spiega con aria leggermente risentita: “Ma sì che ti ricordi! Pina, la nuora del cugino del gommista del fratello del compare della cognata della tua compagnetta di banco in terza elementare che il nonno a proposito, se n’è andato l’anno scorso per un brutto male che in un mese se l’è portato via pace all’anima sua, fortuna che lui non s’è accorto di niente.” – “Non s’è accorto di morire?”. – “No, non s’è accorto del testamento che j’avemo fatto firmà in fin di vita.” – La specie confusa Il fan confuso si incontra principalmente in luoghi affollatissimi quali le poste centrali o la fila da Mc Donald’s. A questa specie basta individuare in lontananza una faccia vagamente conosciuta (senza che ricordi neppure vagamente la ragione della fama) perché punti il vip di turno come il puma l’antilope e si avvicini sorridente alla sua vittima designata. Il fan confuso è protagonista di gaffes epocali quali: dopo tre ore di lodi sperticate a Lilli Gruber la saluta chiedendo: “A quando il prossimo calendario?” , dopo novanta minuti di complimenti ininterrotti a Corrado Augias si congeda domandando: “Prima di salutarla, mi dica la verità: com’era Jonathan dentro la casa?” o ancora, dopo sette ore e quaranta di sviolinata saluta la vittima di turno con un clamoroso: “L’avevo vista in tv in un suo servizio dall’estero, ora non mi ricordo dove e le devo dire che l’avevo trovata un po’ sciupata. E’ molto più bella dal vivo.” E la vittima di turno è Giuliana Sgrena. Di fronte alla specie “fan confuso” conviene sempre annuire e sorridere. Il voler chiarire la propria identità può dare luogo ad ulteriori spiacevoli conseguenze. Giovanni Floris, scambiato da un fan confuso per un tronista di “Uomini e donne”, ha chiarito stizzito: “Guardi che io conduco!”. E il fan: “Oddio Maria scusami tanto . E’ che la tv non ti fa così femminile!”. – La specie “Mi occorrono le prove” Avete presente la pubblicità dell’Auricchio con quel cretinone al banco dei formaggi che chiede ad Ela Weber una foto per mostrarla alla moglie come prova della sua visita nel negozio? Ecco. Il fan di cui sto parlando io va ben oltre. Tu sei ancorà lì che gli stai lasciando una dedica sulla carta della bufala Pettinicchio e lo senti farfugliare al telefono: “Assunta! Non puoi neanche immaginare chi c’ho in negozio qui davanti a me che quando l’ho vista m’è preso un colpo! No, Assunta, che dici, non è la Finanza ! E’ Paola Saluzzi! Aspetta che te la passo!”. A quel punto la Saluzzi di turno si ritrova con la cornetta in mano e una signora sconosciuta all’altro capo del telefono che dopo averle chiesto se è davvero lei, pretende di intavolare discussioni sui temi più disparati, dalla mattanza dei tonni al caso Telecom. Pare che Massimo Giletti, una domenica pomeriggio sia entrato in una merceria di Ragusa per chiedere una lampo verde militare e si sia ritrovato in videoconferenza con la Famiglia Gambino a Little Italy che grazie al satellite non aveva perso una puntata del Premio Barocco a Gallipoli. – La specie “pure io una volta…” Si tratta di una specie piuttosto malinconica. “Il fan “pure io una volta…” infatti, si avvicina al personaggio di turno, mettiamo Aldo Busi, pronunciando la frase: “Complimenti per il suo ultimo libro. Sa, ora pulisco cozze e fasolari in pescheria, ma pure io una volta…” e si blocca fissando l’orizzonte con l’aria sveglia di Fanny Cadeo quando guarda in camera. Busi lo osserva perplesso. Poi il tipo aggiunge con l’occhio già umido. “Poi sa, la vita…” e si allontana per sempre, spesso nella direzione di una casetta col comignolo che fuma nell’ora del tramonto. Si narra che l’unico personaggio ad aver messo in seria difficoltà il fan “pure io una volta…” sia stato Bruno Vespa. Pare che ad un tizio che l’ha bloccato davanti a Viale Mazzini sospirando: “ Pure io una volta lavoravo in una tv locale, ora sono l’addetto all’inserimento delle bustine di zucchero a velo nei panettoni Bauli…. sa , la vita!”, Vespa abbia risposto: “Sa, pure io una volta scrivevo libri, ora li firmo e basta… sa, i ghostwriter!”. (Domani la seconda puntata con le altre specie e sottospecie di “Fan”).

Ho desistito

Ho tentato a lungo di non soccombere al canto ammaliatore delle sirene catodiche, ma stasera, all’ennesimo “Puuupa e secchiooooone!”, ho desistito. Il teatrino, finto o vero che sia, regala momenti di comicità assoluta. Tra tutti ricorderò per sempre questo botta e risposta: Enrico Papi: “Bacco, tabacco e venere trasformano l’uomo in ce.. ce…ce…” La pupa Elisa: in ce… in ce… incefalitico!

Furio esiste e vive insieme a noi

Stavo vagando sul web in cerca di informazioni su un villaggio turistico e per caso mi sono imbattuta in una lettera di protesta che un cliente ha inviato ad un forum per scoraggiare altri turisti a recarsi in vacanza in quella struttura. Vi prego di leggerla con attenzione perché per quel che mi riguarda questo documento andrebbe incorniciato e messo in una teca blindata al pari della Sacra Sindone e della dichiarazione d’indipendenza americana. Non è una lettera di reclamo qualsiasi, no. E’ la prova inconfutabile che Furio, il marito di quella povera donna di Magda, esiste e viene in vacanza insieme a noi. Da il forum del sito Il Giramondo (http://forum.ilgiramondo.net/mauritius-le-plantation-o-la-pirogue-vt12277.html): Spett. RELIANCE s.r.l. Viale Brianza nr. 31 20127 M I L A N O commerciale@reliancetravel.it fax nr. 02/87399422 Il 12 luglio 2006 ho acquistato presso l’agenzia di viaggi di mia fiducia Shadow Travel di Genova un pacchetto turistico per due persone selezionato dal catalogo Reliance Club avente per oggetto un soggiorno nella struttura denominata “La Plantation” posta nella località Balaclava nell’isola di Mauritius. All’arrivo all’aeroporto di Plaisance siamo stati accolti e trasportati da Vs personale, presente sul posto, presso la struttura ricettiva. Fin dall’inizio la sensazione è stata quella di avere a che fare con personale di Reliance abbastanza approssimativo nel rapporto con il cliente e poco capace a dare risposte concrete alle varie problematiche proposte. (Scesi dalla scaletta dell’aereo, di fronte a quali complesse problematiche potrà mai trovarsi di fronte un turista?Al duty free hanno esaurito la boccetta di J’adore da 30 ml e il personale Reliance non ne aveva una scorta nel taschino?) Premesso quanto sopra, è significativo fare una analisi ed evidenziare alcuni punti salienti attribuibili alla gestione di Reliance. RICEVIMENTO/ACCOGLIENZA All’atto della assegnazione delle camere – nella circostanza veniva assegnata la camera nr. 132 – il metodo utilizzato è alquanto confusionario e senza particolare cura nell’evitare di creare ressa per entrare in possesso del proprio badge di accesso alla camera nonché la documentazione relativa all’albergo. (Lanciavano le chiavi oltre la barriera corallina e invitavano i clienti ad andarle a recuperare con pinne e maschera?) Atteso che dopo il riconoscimento dei bagagli e indicazione della camera, gli stessi veniva trasportati nelle rispettive camere da personale dell’hotel, ci portavamo a pranzare (ore 15.30 circa – forse a quell’ora magari si fa merenda!!!). (Da notare che gli hanno servito un piatto di pasta anziché un Kinder Bueno e trova di che lamentarsi). Di seguito mi portavo alla camera assegnata (preciso che raggiungevo l’alloggio solo con l’aiuto di indicazioni fornite da personale della reception che indicava l’ubicazione della stanza sbagliando alcune volte il tragitto vista la grande ampiezza de La Plantation e il grande numero di unità abitative). (Immaginiamo che guadare il Mississipi tra rapide e alligatori e scalare il Kilimangiaro a mani nude perché un portantino ha allungato un po’ il tragitto non debba essere stata un’esperienza edificante). CAMERA L’ingresso nella stanza avveniva in un ambiente reso gelido dall’aria condizionata . Si percepiva all’interno della camera un forte odore di muffa proveniente soprattutto dal copriletto. Ritengo che sia banale dire che invece di usare l’aria condizionata, sarebbe cosa utile, a fine stagione umida, lavare almeno il copriletto ed arieggiare i locali così da evitare l’odore persistente di aria stantia (la cosa è stata segnalata anche da altri ospiti). Sul balcone pertinente la stanza in una fessura posta fra parete e soffitto del balcone superiore l’allestimento di un nido di merlo indiano con conseguente caduta di escrementi. (Pezzo di cretino. Cosa credevi? Che a Mauritius i merli indiani vivessero in nidi popolari alla periferia del centro e gli escrementi se li raccogliessero da soli con la paletta?) Relativamente ai servizi igienici la stanza presentava la sola vasca da bagno con gomma per la doccia ma la mancanza di paratie di protezione per l’acqua e nessun attacco in alto per poter utilizzare la doccia a mani libere. (Vabbè. Ora, mentre lei fa la doccia, a che cosa le servono le mani libere? Suvvia. Non ci faccia pensar male.) Il water era posizionato in una piccola stanza cieca tipo ripostiglio, priva di impianto di aspirazione (rammento che la coppia dei signori Snajder di Bolzano ha trovato invece il water posizionato nella stanza da bagno senza alcuna separazione fisica dal resto dell’ambiente considerato anche che la parete divisoria dal resto della camera non è totale ma con delle aperture laterali chiuse alla vista da tende di canniccio rimovibile. Alle rimostranze della coppia Snajder è stato loro proposto, con preghiera di non pubblicizzare la cosa, il trasferimento presso la struttura “Indian Resort” posto a sud dell’isola. (Attualmente gli Snajder sono ancora nelle mani della Cia o hanno potuto riabbracciare i loro figli?) Altra nota dolente è la scarsa luminosità della camera nelle ore notturne: l’impianto di illuminazione è costituito da alcune abat-jour con lampadine di pochi Watt di potenza, il tutto inserito in un arredamento dai colori molto cupi che assorbono la poca luce. (Probabilmente il light designer dell’albergo era in tournèe con Madonna. O magari riteneva opportuno illuminare il meno possibile la sua faccia da pirla, cosa dice?) RISTORANTE Altra nota dolente è stato l’approccio al ristorante principale “Le Domanine Des Epices”. Giova ricordare che durante la consumazione dei pasti permane la presenza di alcuni gatti che circolano sotto i tavoli alla ricerca di qualche avventore che offra loro del cibo. (Ci auguriamo che i responsabili della struttura abbiano già provveduto a trasformare la sauna dell’albergo in un hangar in cui gasare tutti i gatti dell’isola e perché no, anche gli avventori che osavano mettere all’ingrasso queste bestie feroci). Non meno grave, a mio giudizio, la presenza di volatili – fra cui passeri e merli indiani – che svolazzano e saltellano sopra i ripiani dove vengono posizionate le vivande alla ricerca di qualche briciola da trafugare. (Ecco. Merli e passeri colpevoli di aberranti reati quali violazione dello spazio aereo del ristorante della Plantation e trafugazione. E magari ora con l’indulto ce li ritroviamo tutti fuori). E’ capitato di assistere quotidianamente, durante l’ora di pranzo, alla sottrazione, da parte di passerotti, da un contenitore di vetro, di crostini di pane o dal settore dolci e dessert di piccole parti di cibo. Il tutto appoggiando le zampe sopra i contenitori delle vivande. Nemmeno nelle bettole più infime del Territorio Nazionale si trovano gatti che girano sotto i tavoli (la cosa fa pensare che la presenza dei felini possa esservi anche nelle cucine). (Come no. In quelle cucine ho visto con i miei occhi un siamese intento a prepararsi un filetto al pepe verde). Inoltre senza essere esageratamente allarmisti qualcuno dei responsabili del La Plantation ha mai sentito parlare di “H5N1” volgarmente detta influenza aviaria, che si contrae anche attraverso gli escrementi dei volatili? (Senza essere esageratamente allarmisti, ha mai sentito parlare di schizofrenia, personalità paranoide e disturbi psicotici?) Personalmente ho apprezzato ostriche e ricci di mare crudi ma non è detto che tutti possano avere gradito. (E certo. Anche io tutte le mattine inzuppo il tartufo d’Alba nel cappuccino, ma nutro il massimo rispetto per quei pulciosi plebei che consumano cornetti o, addirittura, ciambelle fritte.) BAR E’ spesso capitato che alla richiesta di una bevanda specifica, come ad esempio il rum invecchiato, peraltro previsto nel trattamento “all inclusive”, che lo stesso, a detta dei baristi o camerieri in servizio ai tavoli, fosse terminato (da crederci???). Inoltre nel corso del soggiorno sono state eliminate alcune voci di consumazioni che erano gratuite come ad esempio il cafè creole (forse vi era una eccessiva richiesta del prodotto???). (Comprendo il disagio. Io ho sospeso il viaggio di nozze perché al Bravoclub che mi ospitava non avevano l’infuso al biancospino.) PISCINA/SPIAGGIA E’ stata notata più volte la presenza di un paio di cani randagi uno dei quali che si abbeverava nell’acqua della piscina. Lo stesso animale girava quotidianamente sul tratto di spiaggia a disposizione dell’hotel. Spiaggia peraltro poco somigliante a quella illustrata nel catalogo Relaince per i colori della sabbia e del mare (mi viene il dubbio una correzione effettuata con programmi specifici per la elaborazione di immagini). Scarsa la manutenzione del lido . Riscontro inoltre la presenza di numerosi lettini in uno spazio esiguo parte dei quali sprovvisti di materassini utili a migliorare il confort (alla mattina è stato un obbligo effettuare l’accaparramento arrivando sulla spiaggia presto!!!!). Ritengo inoltre importante ricordare alcuni episodi accaduti il giorno 12 agosto allorquando, attraverso un avviso a firma Reliance recapitato in camera, era stata preavvisata una serata con barbecue sulla spiaggia. Contestualmente si informava di una serata per l’elezione di “Miss Eleganza” da selezionare fra le candidate al concorso di “Miss Mauritius” che si sarebbe tenuto sempre all’interno dell’hotel. (L’utilizzo dell’“allorquando” fa pensare che l’autore di tale missiva sia un tizio magari puntiglioso ma sicuramente moderno: probabilmente si tratta di Ubaldo Lubrano, nonno del più noto Antonio Lubrano, valoroso combattente dell’ottavo reggimento alpini.) Nella serata (verso le 19.00/19.30) il personale di Reliance comunicava che per problemi meteorologici la serata in spiaggia era annullata e pertanto la cena si sarebbe svolta sopra il ristorante principale. Definirei la sistemazione da “accampamento”. Si poteva notare fra l’altro che gli ospiti erano stati sistemati in punti dove cavi elettrici, utili ad alimentare i fari per la sfilata di Miss Eleganza, passavano vicino o sotto i piedi delle persone, con attacchi alle prese effettuati senza i minimi requisiti di sicurezza. (E tu, vecchio maniaco, pur di vedere dieci sgallettate mauriziane in bikini, rischi di schiattare fulminato?) In proposito personalmente rivolgevo le mie rimostranze ad un membro dello staff di Reliance presente (un ragazzo di nome Florean), soprattutto circa il “teatrino” della serata con barbecue annullata per pretestuose avverse condizioni meteorologiche. Lo stesso rispondeva con argomenti poco sostenibili (le giustificazioni le considero una offesa all’intelligenza e perspicacia delle persone), con indolenza, incapace di sostenere un dialogo con l’esponente nel quale venivano contestati i fatti; si giustificava affermando di non essere la persona a cui dire le cose. Nella circostanza lo scrivente lo invitata a questo punto a togliersi la camicia con il logo Reliance ed a tornare a casa. A coronamento di queste situazioni, vari altri episodi di cui sono venuto a conoscenza tipo il pestaggio di un taxista, da parte di altri suoi colleghi nelle immediate vicinanze del cancello di ingresso de La Plantation. A riprova di quanto affermato ho cercato, seppur in maniera dilettantistica, di documentare fotograficamente le situazioni descritte e penso sia utile fare circolare sui vari blog, forum, mails e siti specializzati in viaggi e turismo quando detto e rilevato. Penso che vi aiuterà a crescere per migliorare, sia voi che la catena Apavou Hotels – La Plantation a cui, per conoscenza, girerò questo reclamo in forma di mail, così come aiuterà anche i potenziali clienti nelle scelte. La presente sarà inoltrata via e-mail all’indirizzo commerciale@reliancetravel.it. Cordiali saluti Genova, 30 agosto 2006 B. C. G E N O V A p.s. Secondo voi, il responsabile della Catena Apavou Hotels, avrà risposto a questa esilarante lettera di reclamo con un bel “Ma va a caghèr!” ? Si ringrazia il sito www.ilaro.it per il file audio.